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lunedì 4 marzo 2019

14 marzo, ore 17 - il decreto "sicurezza" è incostituzionale?





A Roma, un mese fa, a un giovane straniero è stato offerto un lavoro. L'Azienda è obbligata a versare gli stipendi con un bonifico, per cui il giovane doveva aprire un Conto Corrente. Ma le Banche per questo richiedono un documento da cui risulti la residenza. Grazie al Decreto cosiddetto "sicurezza", il giovane non poteva dimostrare la residenza in Italia. Niente lavoro.



I pastori che hanno sversato latte ovino sulle strade della Sardegna, bloccandole, a norma del Decreto cosiddetto "sicurezza" dovranno venir condannati a un minimo di due anni di carcere o anche più, fino a un massimo di 12. La pena irrogata da due recenti sentenze, ad Agrigento e Torino, per omicidio volontario.


Appare a prima vista che questi effetti del Decreto, ed altri simili, sono profondamente ingiusti.

Zagrebelsky ha insegnato a tutti noi che le leggi possono essere ingiuste. Per la legge emanata dal re Creonte, alla giovane Antigone era proibito far seppellire suo fratello, morto combattendo, appunto contro Creonte. Ma Antigone sapeva che dare quella sepoltura era un dovere etico e quindi anche un suo diritto, un JUS, un atto giusto. Fece un atto di disobbedienza civile e ne affrontò le conseguenze.


Il Decreto quindi è, almeno in alcuni aspetti, ingiusto.


Ma, a differenza di Antigone, i rapporti fra noi e il legislatore sono regolati da una legge fondamentale alla base della convivenza civile di chi vive in Italia, la nostra Costituzione.


La nostra Costituzione si ispira a principi di solidarietà e prescrive che le Leggi della Repubblica debbano essere giuste, cioè non violare diritti fondamentali e universali, come il diritto alla sepoltura, ma anche il diritto di lavorare e il diritto di manifestare.


Il Decreto quindi non sarà, almeno in alcuni aspetti, anche contrario alla Costituzione?


Abbiamo posto questa domanda a due esperte giuriste, che daranno le loro risposte nell'incontro del 14 marzo 2019 al Circolo della stampa, alle 17:




  • l'avvocata Caterina Bove, che, in qualità di avvocato del Fori di Trieste e socia dell'ASGI, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, ha toccato con mano gli effetti del Decreto sugli stranieri ai quali, a norma dell'Art. 10 della Costituzione, deve essere data protezione;
  • l'avvocata Silvia Ventura, iscritta all’Ordine degli Avvocati di Firenze e, dal 2015, alla sezione regionale toscana di AGI – Associazione Giuslavoristi Italiani, che esercita l’attività professionale nel settore del diritto del lavoro.


(Per impegni inderogabili sopravvenuti in altra città nella giornata del 14 marzo, l'avvocata Silvia Ventura verrà sostituita dall’avvocato Giovanni Ventura, anch’egli giuslavorista di lunga esperienza.)


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