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mercoledì 12 agosto 2020

Referendum costituzionale: si vota il 20 e 21 settembre

Consulta, via libera all'election day

Ecco perché sono inammissibili i 4 conflitti

Via libera all'election day del 20 e 21 settembre. Il semaforo verde arriva dalla Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibili i 4 conflitti di attribuzione che erano stati sollevati sul taglio dei parlamentari e sul relativo referendum e sull' abbinamento della consultazione con le elezioni per il rinnovo di sette Consigli regionali. A proporre i conflitti erano stati il Comitato promotore per il no, la Regione Basilicata , il senatore Gregorio De Falco ( Gruppo misto) e +Europa 

 Sarà depositata giovedì l'ordinanza della Consulta che ha dichiarato inammissibili i 4 conflitti. Intanto in una lunga nota l'ufficio stampa anticipa le ragioni della decisione.La Corte ha dichiarato inammissibile (relatore Giuliano Amato) il conflitto sollevato dal Comitato promotore del referendum sul "taglio dei parlamentari" sull'abbinamento delle due votazioni,perchè il Comitato non ha legittimazione soggettiva a sollevare questo conflitto dato che la Costituzione non gli attribuisce una funzione generale di tutela del miglior esercizio del diritto di voto da parte dell'intero corpo elettorale. Per quanto riguarda il ricorso della Regione Basilicata (relatore Giovanni Amoroso), la Corte ha dichiarato l'inammissibilità, perché in linea con la propria giurisprudenza, ha infatti escluso la legittimazione soggettiva degli enti territoriali, in generale, e della Regione, in particolare, perché non sono potere dello Stato ai sensi dell'articolo 134 della Costituzione.

Quanto al ricorso presentato dal senatore De Falco nei confronti del Senato, del Governo e del Presidente della Repubblica, la Corte costituzionale (relatore Nicolò Zanon) ha ritenuto che esponesse, in modo confuso e incoerente, critiche alla legge elettorale, alla riforma costituzionale, all'accorpamento delle consultazioni, all'utilizzo dei decreti legge e, infine, al procedimento di conversione in legge degli stessi, sovrapponendo argomenti giuridico-costituzionali tra loro ben distinti. Inoltre, pur sostenendo la violazione di plurimi principi costituzionali inerenti sia il procedimento legislativo sia quello di revisione costituzionale, il ricorso non ha chiarito quali attribuzioni costituzionali del singolo parlamentare siano state in concreto lese nel corso di questi procedimenti.

Perciò è stato giudicato inammissibile. Con il conflitto promosso dall'Associazione +Europa, nella sua veste di partito politico, veniva contestata in particolare la previsione (contenuta nel dl n. 26 del 2020) che riduce a un terzo il numero minimo di sottoscrizioni richiesto per presentare liste e candidature nelle elezioni regionali. Secondo +Europa, omettendo di prevedere, in favore dei partiti già presenti in Parlamento, una deroga all'obbligo della raccolta delle sottoscrizioni, il legislatore avrebbe leso le sue attribuzioni costituzionali in quanto partito politico. L'inammissibilità del conflitto (relatrice Daria De Pretis) deriva dal difetto di legittimazione della ricorrente in base alla costante giurisprudenza costituzionale che nega ai partiti politici la natura di potere dello Stato. 

(ANSA) 

venerdì 7 agosto 2020

Ripresa dell'attività in presenza - comunicato stampa

Sunto: nuovamente attivo dopo l'emergenza CoViD il Comitato a Difesadella Costituzione di Trieste, per il NO al referendum sul taglio dei parlamentari, che si terrà (forse) il 20 settembre 2020. Il Comitato dice NO a un attacco alla Costituzione che riduce il pluralismo politico, indebolisce il Parlamento a favore dei governi, aumenta il potere di ristrette oligarchie e riduce la rappresentanza democratica: in questa Regione, in particolare, azzera quella della Comunità slovena. E tutto questo per risparmiare UN caffè a testa all'ANNO.


Prima dell'emergenza CoViD19, il Comitato a difesa della Costituzione di Trieste si preparava alla campagna per il referendum che avrebbe dovuto tenersi il 29 marzo, essendosi costituito come comitato locale del Comitato Nazionale per il NO.

Il drastico taglio dei parlamentari risulterebbe un vero attacco alla Costituzione: indebolirebbe oltremisura il Parlamento a fronte di Governi sempre più forti che esercitano in sua vece il Potere Legislativo; aumenterebbe il potere di ristrette oligarchie nella nomina ai candidati parlamentari; ridurrebbe il pluralismo politico, generale e territoriale. Fra l'altro, a Trieste, vi sarebbe una totale perdita di rappresentanza della Comunità slovena, nei cui confronti non è stata predisposta nessuna clausola di salvaguardia come per l'Alto Adige.

E tutto questo, come viene asserito, per un risparmio sulla spesa pubblica che sarebbe in realtà ridicolo: un euro a testa all'ANNO.

Durante l'emergenza, il Comitato ha dovuto sospendere l'attività in presenza, pur mantenendo attivi i contatti rete fra noi, con gli altri circa 400 Comitati di tutta Italia, e il Nazionale. Ora abbiamo ripreso le riunioni, con tutte le precauzioni di Legge e di buon senso.

Il materiale che avevamo predisposto (vedi allegati) conserva la sua validità, anche se abbiamo tolto, non cambiato, la data del referendum, dato che quella proposta del 20-21 settembre è ancora incerta (il 12 agosto di pronuncerà la Corte costituzionale).

Cambieranno invece, per tener conto dell'epidemia, le modalità di diffusione, che si baseranno molto più su la rete e la posta, e molto meno sulla distribuzione dei volantini nelle pubbliche piazze.


Chi sente, come noi, il pericolo per la nostra Democrazia, può darci una mano contattandoci via mail ( a

comunicatidifesacostituzionets@gmail.com

o sulla nostra pagina FaceBook 

https://www.facebook.com/difesacostituzionetrieste .


I volantini in italiano e sloveno si trovano in pdf qui:

http://www.terra32.it/CdCTs/Referendum2020/VolantinoNoAlTaglio30luglio2020.pdf

http://www.terra32.it/CdCTs/Referendum2020/SLO-VolantinoNoAlTaglio30luglio2020.pdf


Volantino in italiano, fronte/retro:



Volantino in sloveno, fronte/retro: