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sabato 13 novembre 2021

Incontro con il Segretario Generale della NCCdL-CGIL

Una delegazione del CdC Trieste si è incontrata l'8 novembre 2021 con il Segretario Generale della NCCdL-CGIL di Trieste, Michele Piga, a cui ha esposto le sue iniziative in atto, trovando larga convergenza sugli obbiettivi e l'assicurazione dell'impegno delle strutture della NCCdL sulle azioni. 


Sintesi dell'incontro:

In questo momento l’attività del CDC si focalizza principalmente su 3 obiettivi;

1. Contrasto all’autonomia differenziata. La pandemia ha messo in evidenza il disastro sanitario dovuto alla frammentazione regionale e in particolare le colpevoli carenze di quei sistemi regionali che si sono affidati alla sanità privata. 

Carenze alle quali i due governi che si sono succeduti, Conte 2 e Draghi, avrebbero potuto porre rimedio, avvalendosi del potere di sostituirsi ai governi locali, previsto dall’art. 120 della Costituzione, quando vengono messi in pericolo diritti fondamentali. Si è invece scelto di procedere attuando la parte più pericolosa del titolo V della Costituzione, riformato improvvidamente nel 2001, che all’art. 116  consente alle regioni a statuto ordinario di ottenere condizioni particolari di autonomia. La pessima articolazione del nuovo titolo V  ha già prodotto una situazione di permanente conflittualità tra Stato e regioni con numerosi conflitti di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale. 

 
Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, già nel febbraio 2018, hanno avanzato al governo Gentiloni, le richieste per ottenere questa forma di autonomia, che investe una pluralità di materie, fino a 23. Questa prospettiva va contrastata non solo per salvaguardare il Sistema Sanitario Nazionale Pubblico e impedire il definitivo e generalizzato sfondamento da parte del capitale privato nel campo della sanità, ma anche per evitare pericolosi localismi come, ad esempio, la regionalizzazione della scuola e del sistema educativo, sul quale l’attuale giunta del Friuli Venezia Giulia, regione a statuto speciale, sta procedendo, incontrastata, con passo spedito. Ma anche quella sul lavoro e la sua sicurezza, la tutela dell’ambiente, bene di massima interconnessione planetaria, la gestione di infrastrutture strategiche fondamentali quali porti, aeroporti, grandi reti di trasporto e navigazione, la produzione e distribuzione di energia, e c’è ne ancora.
 Fin dall’inizio il perfezionamento delle intese tra le tre regioni e lo stato ha seguito un percorso occulto, volto ad evitare il pubblico dibattito su questi temi di essenziale importanza per la collettività, ed esautorando di fatto lo stesso Parlamento, oltre a non coinvolgere i comuni, tramite l’Anci, come pure previsto in Costituzione. Dopo aver evitato, in zona  Cesarini, lo stesso passaggio antidemocratico lo scorso autunno, in sede di approvazione della finanziaria 2021, ci ritroviamo ora con la previsione di un disegno di legge sull’autonomia differenziata, che potrebbe formalizzare definitivamente l’intesa Stato/Regioni, nell’allegato alla finanziaria 2022, con il concreto rischio di un passaggio parlamentare privo di dibattito, a mente anche  del frequente ricorso al voto di fiducia. In aggiunta, la probabile bocciatura da parte della Corte Costituzionale di un’  eventuale richiesta di referendum abrogativo, a mente dei casi d’inammissibilità dei referendum previsti dall’art. 75 della Costituzione. 


Noi chiediamo con forza al Parlamento e al Governo di eliminare la previsione del disegno di legge sull’autonomia differenziata dall’allegato alla finanziaria. E chiediamo a sindacati e associazioni di dire con noi forte e chiaro: “Non adesso! Non così!”. Una volta ottenuto lo stralcio del disegno di legge, si trovi il modo di discuterne, in primo luogo nel paese e con i Comuni, vittime predestinate di un nuovo centralismo regionale, e nel Parlamento.  Per trovare una soluzione che preservi regionalismo e autonomie fondate realmente su specificità territoriali, demografiche e culturali e metta in soffitta le pulsioni autonomistiche di ceti politici assetati di potere, spinti da lucrosi interessi privati, che minacciano l’unità stessa della Repubblica.

2. Bisogna battersi per una legge elettorale proporzionale.  Consentire ai cittadini di scegliere direttamente i loro rappresentanti, superando le liste bloccate di nominati dall'alto, specie dopo che il numero dei parlamentari è stato ridotto di un terzo e quindi si è ristretta la rappresentanza del popolo. Il CDC, a mente dei successi ottenuti con le pronunce di incostituzionalità sulle leggi elettorali Porcellum e Italicum,sta effettuando, sempre con l’avvocato Felice Besostri,dei ricorsi per giungere a valutare, davanti alla Corte Costituzionale, i numerosi profili d’incostituzionalità del Rosatellum, legge con la quale abbiamo già votato nel 2018 e ulteriormente peggiorata per effetto dello sciagurato taglio dei parlamentari, e i successivi decreti che hanno ridisegnato collegi e circoscrizioni,e spingere quindi verso una legge elettorale proporzionale. 

Purtroppo quasi tutte le forze politiche, nonostante le promesse fatte al momento del referendum sul taglio dei parlamentari, (“votate per il taglio, elimineremo sprechi e privilegi, e poi approviamo una legge di stampo proporzionale”) sono inattive sul punto, prevalendo l’orientamento per una legge maggioritaria con liste bloccate e premio per i vincenti.  Alto è il rischio che si torni a votare con il Rosatellum, che per l’effetto della riduzione dei parlamentari e della ridefinizione dei collegi, potrebbe consegnarci  un Parlamento con maggioranza blindata, la quale avrebbe agio,  non solo di scegliersi in autonomia il Presidente della Repubblica e determinare una favorevole composizione della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura ma anche approvare modifiche alla Costituzione votate con la maggioranza che escluderebbe il referendum popolare confermativo.

3. Il CDC sostiene l’Iniziativa Cittadini Europei per la liberalizzazione dei brevetti per i farmaci e vaccini Covid a favore dei paesi poveri, per garantire che i diritti di proprietà intellettuale, compresi i brevetti, non ostacolino l’accessibilità o la disponibilità di qualsiasi futuro vaccino o trattamento contro la COVID-19. In pratica una moratoria temporanea della proprietà privata dei brevetti per poter produrre liberamente i vaccini. E’ necessario che 1 milione di persone in Europa firmi a sostegno dell’iniziativa nel sito 

https://noprofitonpandemic.eu/it.  

Non si tratta di una semplice firma di opinione: se il numero di firme di cittadini europei supera il milione, la Commissione Europea è obbligata a discutere la proposta. Finora sono state raccolte oltre 233mila firme, la scadenza della raccolta è l’agosto 2022.


Il primo e il terzo di questi impegni hanno attraversato il dibattito interno alla CGIL portando alla definizione di documenti ufficiali.