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lunedì 7 dicembre 2020

Ciao Lidia

 "Scompare con Lidia Brisca Menapace una figura particolarmente intensa di intellettuale e dirigente politica espressione del dibattito autentico che ha attraversato il Novecento.

 
Staffetta partigiana in Val d’Ossola, brillante laureata presso l’Università Cattolica di Milano, dove sarà lettore di lingua italiana, dirigente della Democrazia Cristiana e vice presidente della Provincia di Bolzano, animatrice del movimento delle donne, tra i fondatori del Manifesto e, infine, senatore per Rifondazione comunista nella XV legislatura repubblicana, Lidia Menapace è stata fortemente impegnata sui temi della pace, con la Convenzione permanente delle donne contro tutte le guerre.
 
I valori che ha coltivato e ricercato nella sua vita - antifascismo, libertà, democrazia, pace, uguaglianza - sono quelli fatti propri dalla Costituzione italiana e costituiscono un insegnamento per le giovani generazioni"
 
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana
 
 
 
 
Per noi è stata una Maestra di vita che poteva insegnarci ancora tante cose. Ci mancherà tantissimo.


martedì 10 novembre 2020

Un poeta, un genio, un amico.


In un'intervista del 2009, chiesero a Ro Marcenaro "uno slogan per l’auspicabile neo rinascimento che ci permetterebbe di uscire dal Medio(cre) Evo in corso".

Rispose:

"Rimbocchiamoci il cervello!"


Rodolfo "Ro" Marcenaro ha instillato tocchi di poesia in tutte le sue realizzazioni, dal "Il manifesto del Partito Comunista a fumetti" al "Il Vangelo di Marco" a "La Costituzione Italiana illustrata". E' stato geniale nell'uso della plastilina per le animazioni dei Caroselli del Fernet Branca. E ci è stato molto amico.

Quando gli abbiamo chiesto di poter proiettare le sue vignette illustrative della Costituzione durante le nostre manifestazioni pubbliche nel 2017, ci ha risposto:

"Con un adeguato proiettore,sì.

Per me è un onore contribuire alla vostra iniziativa  a favore di una seria legge elettorale, pertanto non ci sono limiti alla proiezione dei miei disegni sulla Costituzione. Per i file originali ci sentiamo domani. RO"

Continueremo a usarli. Perché bellissimi, e perché sarà un modo per continuare ad averlo con noi.


Ro Marcenaro, 1937-2020.





martedì 22 settembre 2020

Abbiamo perso una battaglia. La guerra continua...

Abbiamo perso una battaglia, e, oggi lo possiamo dire, abbastanza marginale. La Repubblica Italiana potrà continuare a funzionare bene anche con 600 parlamentari + i senatori a vita. Anzi, nel breve periodo potrebbe anche essere un bene per il nostro Paese: la legislatura corrente oggi è blindata, ben difficilmente i parlamentari di essa - peones in testa - ne provocheranno la fine anticipata, ben sependo che le loro probabilità di rielezione si sono ridotte di un terzo - e per i  peones anche molto di più. E questo permetterà di portare a termine la strategia del Governo di contrasto del CoViD, e permetterà di adottare una buona strategia di spesa dei 209 miliardi del recovery fund.

Ma la guerra continua... Abbiamo sempre denunciato che la riduzione dei parlamentari si inquadra in una strategia di indebolimento del Parlamento che fa parte di un disegno più vasto di ridisegno della nostra Costituzione in senso autoritario. Altre battaglie, e più decisive, seguiranno, e dobbiamo essere pronti a combatterle. Se qualcuno procederà proponendo 

  • un capo dell’esecutivo forte, direttamente scelto dal popolo; 
  • elezione diretta del Presidente della Repubblica, che riunisca in sè le attuali competenze del Presidente del Consiglio e del Presidente della Repubblica;
  • conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato ogni qualvolta la Cassazione dia un’interpretazione della legge contrastante con la volontà del legislatore;
  • introduzione del Vincolo di Mandato con la riforma dell’art. 67 del Costituzione, 

sapremo che sta portando avanti il progetto eversivo di Matteo Salvini che fu già della P2 di Licio Gelli.

E la prima battaglia che ci aspetta è la legge elettorale. Sia chiaro che anche un proporzionale, ma con liste bloccate, permetterebbe alle segreterie dei partiti di decidere in sostanza gli eletti, ponendo il Legislativo sotto il controllo diretto di ristrette oligarchie. E a questo punto anche il vincolo di mandato risulterebbe superfluo: non c'è miglior forma di controllo - per parlamentari che non abbiano principi etici ben saldi - che minacciare la non rielezione.




domenica 6 settembre 2020

Conferenza stampa 5 settembre 2020

Per “tagliare le poltrone” tagliamo la democrazia?


La ragion d’essere di questo Comitato, “difendere la Costituzione", non significa affatto considerarla intoccabile: della Costituzione fa  parte anche l'Art. 138, che detta le norme per la sua revisione.
Significa invece difenderne i suoi principi, fra cui nella II parte la  fondamentale forma repubblicana con suddivisione e  BILANCIAMENTO dei poteri Legislativo, Esecutivo e Giudiziario.

Questi principi sono sotto attacco da anni: le ultime due riforme  bocciate dagli elettori (Berlusconi e Renzi), ma anche le proposte di Repubblica presidenziale, le leggi elettorali incostituzionali (TUTTE, dal Porcellum in poi) e la scellerata richiesta di "pieni poteri"  andavano tutte nella direzione di indebolire il Legislativo aumentando i poteri dell'Esecutivo.

"Quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo s’incomincia sempre col limitarne il numero dei  componenti"  [Umberto Terracini, Assemblea costituente, 18 settembre 1946].

Anche l'attuale proposta di riduzione del numero dei parlamentari, che attuerebbe tale e quale quella contenuta nel programma elettorale della Lega alle Politiche del 2018 (mentre era assente in quello dei 5 stelle che ne hanno fatto una bandiera) va nella stessa direzione.

Per questo, per la terza volta in un referendum, diciamo
NO. 







mercoledì 12 agosto 2020

Referendum costituzionale: si vota il 20 e 21 settembre

Consulta, via libera all'election day

Ecco perché sono inammissibili i 4 conflitti

Via libera all'election day del 20 e 21 settembre. Il semaforo verde arriva dalla Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibili i 4 conflitti di attribuzione che erano stati sollevati sul taglio dei parlamentari e sul relativo referendum e sull' abbinamento della consultazione con le elezioni per il rinnovo di sette Consigli regionali. A proporre i conflitti erano stati il Comitato promotore per il no, la Regione Basilicata , il senatore Gregorio De Falco ( Gruppo misto) e +Europa 

 Sarà depositata giovedì l'ordinanza della Consulta che ha dichiarato inammissibili i 4 conflitti. Intanto in una lunga nota l'ufficio stampa anticipa le ragioni della decisione.La Corte ha dichiarato inammissibile (relatore Giuliano Amato) il conflitto sollevato dal Comitato promotore del referendum sul "taglio dei parlamentari" sull'abbinamento delle due votazioni,perchè il Comitato non ha legittimazione soggettiva a sollevare questo conflitto dato che la Costituzione non gli attribuisce una funzione generale di tutela del miglior esercizio del diritto di voto da parte dell'intero corpo elettorale. Per quanto riguarda il ricorso della Regione Basilicata (relatore Giovanni Amoroso), la Corte ha dichiarato l'inammissibilità, perché in linea con la propria giurisprudenza, ha infatti escluso la legittimazione soggettiva degli enti territoriali, in generale, e della Regione, in particolare, perché non sono potere dello Stato ai sensi dell'articolo 134 della Costituzione.

Quanto al ricorso presentato dal senatore De Falco nei confronti del Senato, del Governo e del Presidente della Repubblica, la Corte costituzionale (relatore Nicolò Zanon) ha ritenuto che esponesse, in modo confuso e incoerente, critiche alla legge elettorale, alla riforma costituzionale, all'accorpamento delle consultazioni, all'utilizzo dei decreti legge e, infine, al procedimento di conversione in legge degli stessi, sovrapponendo argomenti giuridico-costituzionali tra loro ben distinti. Inoltre, pur sostenendo la violazione di plurimi principi costituzionali inerenti sia il procedimento legislativo sia quello di revisione costituzionale, il ricorso non ha chiarito quali attribuzioni costituzionali del singolo parlamentare siano state in concreto lese nel corso di questi procedimenti.

Perciò è stato giudicato inammissibile. Con il conflitto promosso dall'Associazione +Europa, nella sua veste di partito politico, veniva contestata in particolare la previsione (contenuta nel dl n. 26 del 2020) che riduce a un terzo il numero minimo di sottoscrizioni richiesto per presentare liste e candidature nelle elezioni regionali. Secondo +Europa, omettendo di prevedere, in favore dei partiti già presenti in Parlamento, una deroga all'obbligo della raccolta delle sottoscrizioni, il legislatore avrebbe leso le sue attribuzioni costituzionali in quanto partito politico. L'inammissibilità del conflitto (relatrice Daria De Pretis) deriva dal difetto di legittimazione della ricorrente in base alla costante giurisprudenza costituzionale che nega ai partiti politici la natura di potere dello Stato. 

(ANSA) 

venerdì 7 agosto 2020

Ripresa dell'attività in presenza - comunicato stampa

Sunto: nuovamente attivo dopo l'emergenza CoViD il Comitato a Difesadella Costituzione di Trieste, per il NO al referendum sul taglio dei parlamentari, che si terrà (forse) il 20 settembre 2020. Il Comitato dice NO a un attacco alla Costituzione che riduce il pluralismo politico, indebolisce il Parlamento a favore dei governi, aumenta il potere di ristrette oligarchie e riduce la rappresentanza democratica: in questa Regione, in particolare, azzera quella della Comunità slovena. E tutto questo per risparmiare UN caffè a testa all'ANNO.


Prima dell'emergenza CoViD19, il Comitato a difesa della Costituzione di Trieste si preparava alla campagna per il referendum che avrebbe dovuto tenersi il 29 marzo, essendosi costituito come comitato locale del Comitato Nazionale per il NO.

Il drastico taglio dei parlamentari risulterebbe un vero attacco alla Costituzione: indebolirebbe oltremisura il Parlamento a fronte di Governi sempre più forti che esercitano in sua vece il Potere Legislativo; aumenterebbe il potere di ristrette oligarchie nella nomina ai candidati parlamentari; ridurrebbe il pluralismo politico, generale e territoriale. Fra l'altro, a Trieste, vi sarebbe una totale perdita di rappresentanza della Comunità slovena, nei cui confronti non è stata predisposta nessuna clausola di salvaguardia come per l'Alto Adige.

E tutto questo, come viene asserito, per un risparmio sulla spesa pubblica che sarebbe in realtà ridicolo: un euro a testa all'ANNO.

Durante l'emergenza, il Comitato ha dovuto sospendere l'attività in presenza, pur mantenendo attivi i contatti rete fra noi, con gli altri circa 400 Comitati di tutta Italia, e il Nazionale. Ora abbiamo ripreso le riunioni, con tutte le precauzioni di Legge e di buon senso.

Il materiale che avevamo predisposto (vedi allegati) conserva la sua validità, anche se abbiamo tolto, non cambiato, la data del referendum, dato che quella proposta del 20-21 settembre è ancora incerta (il 12 agosto di pronuncerà la Corte costituzionale).

Cambieranno invece, per tener conto dell'epidemia, le modalità di diffusione, che si baseranno molto più su la rete e la posta, e molto meno sulla distribuzione dei volantini nelle pubbliche piazze.


Chi sente, come noi, il pericolo per la nostra Democrazia, può darci una mano contattandoci via mail ( a

comunicatidifesacostituzionets@gmail.com

o sulla nostra pagina FaceBook 

https://www.facebook.com/difesacostituzionetrieste .


I volantini in italiano e sloveno si trovano in pdf qui:

http://www.terra32.it/CdCTs/Referendum2020/VolantinoNoAlTaglio30luglio2020.pdf

http://www.terra32.it/CdCTs/Referendum2020/SLO-VolantinoNoAlTaglio30luglio2020.pdf


Volantino in italiano, fronte/retro:



Volantino in sloveno, fronte/retro:




domenica 23 febbraio 2020

29 marzo 2020: Assemblea pubblica

    Convocazione Assemblea Pubblica

Il Comitato a Difesa della Costituzione di Trieste organizza un’Assemblea Pubblica per il giorno giovedì 27 febbraio alle ore 18 a Trieste in via Tarabocchia 3 (al 1° piano, saremo ospitati dal PRC nella sua sede) sul tema:

   “Le ragioni del NO al referendum del 29 marzo”

Si discuterà di come organizzare la campagna referendaria per impedire il taglio dei parlamentari, che si traduce in un taglio della democrazia e della rappresentanza, soprattutto per le minoranze della nostra regione.

La ragioni del nostro NO sono ben esposte, nel volantino allegato, dal Comitato per il NO, costituito a livello nazionale dal Coordinamento Democrazia Costituzionale di cui siamo comitato locale.




Il 29 marzo votiamo NO

Nel referendum il 29 marzo


VOTIAMO NO


  • Perché la democrazia è un bene supremo: risparmiare su questa non è solo sbagliato, ma ridicolo, visto che il risparmio sarebbe dello 0,007 del bilancio statale ovvero 1,35 euro per cittadino: un caffè all’anno
  • Perché la cattiva politica ha altre cause: non nel numero dei parlamentari, ma perché sono eletti su leggi elettorali incostituzionali, viziate dalla logica maggioritaria che mortifica la rappresentanza della effettiva volontà politica, che impediscono ai cittadini di scegliere i candidati che vengono così nominati dalle segreterie dei partiti
  • Perché vogliamo difendere la democrazia e la Costituzione: il taglio dei parlamentari è infatti un tassello di un disegno più complesso, che prevede una nuova legge elettorale, senza scelta dei candidati e con una elevata soglia di accesso che impedirebbe a milioni di cittadini di essere rappresentati in Parlamento, come a molti territori

Dobbiamo fermare questa deriva, bloccando il suo primo passo: quello di ridurre il Parlamento da cardine della democrazia a strumento in mano ai potentati che fanno e disfano i governi, cioè ai maestri della cattiva politica.