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giovedì 26 maggio 2016

Per firmare nel vostro Comune - orari in provincia di Trieste

Le firme per i referendum contro l’”Italicum” si raccolgono anche nei Comuni
Gli orari in Provincia di Trieste
Anche i Comuni hanno ricevuto i moduli per la raccolta delle firme per le tre richieste di referendum, due abrogativi di alcune norme della nuova legge elettorale (il cosiddetto “Italicum”) e uno per non confermare la riforma costituzionale Renzi-Boschi . 
Il Comitato Difesa Costituzione di Trieste ha consegnato i moduli per le richieste di referendum ai sei Comuni della Provincia, i quali li mettono a disposizione dei cittadini nei seguenti luoghi e orari 
(purtroppo diversi da Comune a Comune. Alleghiamo per comodità la tabella oraria di tutt'e sei i comuni):
Trieste – largo Granatieri 2, I p., st. 210 
  • il lunedì dalle 9 alle 11 e dalle 14.30 alle 16.30
  • il martedì dalle 9 alle 12
  • il mercoledì dalle 11 alle 13
  • il giovedì dalle 9 alle 11 e dalle 14.30 alle 16.30
  • il venerdì dalle 9 alle 11
Muggia – Municipio, uff. anagrafe
  • dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12
  • il lunedì e il mercoledì anche dalle 14 alle 16.30
S. Dorligo - Dolina – Municipio, uff. anagrafe 
  • dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.15
  • il lunedì e il mercoledì anche dalle 14.30 alle 16.45
Duino-Aurisina – Municipio, I p., uff. Segretario Comunale 
  • dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12
  • il lunedì ed il mercoledì anche dalle 15 alle 17
Sgonico – Municipio, I p., Segreteria comunale 
  • dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.30
  • il mercoledì anche dalle 15.30 alle 17
Monrupino – Municipio, piano terreno, ufficio anagrafe 
  • dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.30
  • il lunedì ed il mercoledì anche dalle 14 alle 17.30

In Comune possono firmare soltanto gli elettori di quel Comune. Si firma muniti di un documento di identità valido.


martedì 17 maggio 2016

è nato il "comitato dei liberali per il no alla riforma costituzionale":

i liberali non possono che votare no 


comitato dei liberali per il no alla riforma costituzionale



Il 16 maggio si è costituito il “Comitato dei liberali per il no alla riforma costituzionale”. Primi firmatari Beatrice Rangoni Machiavelli, Giuseppe Bozzi e Vincenzo Palumbo.


Al referendum costituzionale confermativo della riforma costituzionale nessun liberale può votare a favore.

Occorre una urgente mobilitazione di ogni espressione politica e culturale del liberalismo italiano per fermare una riforma costituzionale che nega in radice tutti i principi del liberalismo. Occorre un chiaro NO per queste 5 ragioni liberali:

1. NO perché si cancella in radice la separazione dei poteri:
il liberalismo nasce con l’esigenza, avanzata da  Montesquieu, di “limitare il sovrano”, separando il potere esecutivo dagli altri poteri dello Stato, legislativo e giudiziario;  più di recente, riarticolando il potere pubblico in una pluralità di sedi, in un sistema “poliarchico”, che impedisca a chiunque di concentrare nelle sue mani tutto quel potere che può limitare la libertà degli individui. Questa riforma ci regala invece un nuovo “sovrano assoluto senza corona”

2. NO perché si cancellano i contropoteri
Dall’inizio del ‘900 ogni dittatura, anche la più sanguinosa, ha sentito il bisogno di giustificarsi dandosi una costituzione; ma liberale è solo quella costituzione che frena l’esercizio del potere attraverso un articolato sistema di bilanciamenti e controlli. La Riforma Costituzionale li azzera, lasciando in piedi un barocco sistema di procedure, inutili e costose, a imbellettare la liquidazione dei contropoteri: infatti la riforma della Rai, i cui vertici vengono scelti direttamente dal Governo e una legge elettorale che, caso unico al mondo, da la maggioranza assoluta ad un partito anche fortemente minoritario, in questo contesto di riforma costituzionale, annullando completamente il principio liberale dell’equilibrio dei poteri, costituiscono una innegabile realtà di concentrazione di ogni potere decisionale sul capo dell’esecutivo.

3. NO perché la Costituzione si fa flessibile
La costituzione voluta dai liberali è una “supernorma”, una norma cioè che impedisce la “dittatura della maggioranza”, in quanto pone limiti invalicabili alla volontà che la maggioranza esprime quando fa le norme. Tanto che esiste poi un organo, la Corte Costituzionale, che cancella quelle norme che, pur volute da una maggioranza legittima, ledono quei diritti che la Costituzione sottrare anche alla sua volontà. La riforma costituzionale in combinato con una pessima legge elettorale cancella di fatto questo limite, rendendo inutile la costituzione in quanto tale nell’ottica liberale,  perché la rende così malleabile ai voleri della maggioranza da consentire che ogni volontà possa piegare la costituzione e adattarla al volere del momento, anche contro i diritti dei singoli cittadini

4. NO perché si complica il sistema di produzione delle norme
Gli esperti hanno dimostrato che dalle nuove e pasticciatissime norme su Senato e procedura legislativa deriverebbero non meno di sette procedimenti legislativi differenti, in un intrico complicato che modifica il sistema Parlamentare a indiretto beneficio del Governo, introducendo un arbitrio procedurale che nega in radice il senso stesso del costituzionalismo liberale,  come kelseniana architettura di procedure per la decisione collettiva.

5. NO perché si blinda una nomenclatura irresponsabile
Ancora una volta non è solo la pessima riforma costituzionale in sé, ma la perversa combinazione con una legge elettorale farsesca a impedire il sorgere di nuovi movimenti, a cristallizzare il potere nelle vecchie strutture di partiti ormai del tutto delegittimati, a ridurre i parlamentari a pedine di un gioco deciso in qualche stanza segreta da pochi onnipotenti. Il neo Senato sarà composto da membri non scelti dai cittadini ma “nominati” all’interno della peggiore classe politica del paese, quella degli amministratori regionali e locali, a cui – grande novità -si garantisce l’immunità parlamentare.

FIRMATARI:

vedi http://www.liberalixilno.it/lappello-dei-liberali-per-il-no/