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giovedì 9 giugno 2016

Conferenza stampa dell'ANPI-VZPI di TRIESTE

COMUNICATO STAMPA
Si è svolta stamattina alle ore 10.30 presso la sede provinciale di Trieste la conferenza stampa dell’ANPI-VZPI assieme al Comitato referendario per il no alla riforma del Senato e per il sì alla correzione della legge elettorale “Italicum”, che si inserisce nella campagna già avviata in tutta Italia volta ad informare sulla valenza del referendum istituzionale e sulla partecipazione diretta dei cittadini alle scelte che determineranno il futuro della Repubblica Italiana.


“a fronte dell’incomprensibile oscuramento sui principali organi di informazione delle ragioni di chi si oppone a tale riforma - ha affermato Fabio Vallon, presidente provinciale dell’ANPI-VZPI – è necessaria una mobilitazione di tutti e di tutte per firmare, nel prossimo fine settimana ai banchetti che si stanno organizzando in città ed in provincia, le richieste referendarie. Occorre che la gente sia informata correttamente, e la prima occasione per farlo è venire ai banchetti, dove i cittadini e le cittadine troveranno tutte le informazioni necessarie.”
Opporsi ad una riforma costituzionale che riduce i poteri degli elettori non significa di per sé essere contrari ad ogni possibile modifica della carta costituzionale. Noi intendiamo la nostra costituzione come una cosa viva, e come tutte le cose vive non solo può, ma anzi deve, modificarsi ed adattarsi nel tempo, per rigenerarsi, per poter effettivamente rispondere ai bisogni, per potersi realmente concretizzare ed attuare. Ma questa riforma è una riforma per riduzione, non per ampliamento” – ha proseguito Vallon.
L’Anpi-Vzpi condivide, con larghi settori della società, una grande preoccupazione rispetto alla manomissione in particolare di due principi fondamentali della Costituzione: il bilanciamento dei poteri e il diritto di rappresentanza dei cittadini in Parlamento.
Come ANPI VZPI, abbiamo a cuore la Costituzione nata dalla Resistenza, la sua attuazione, la sua applicazione, la sua salute. Non ci interessano né le sorti del governo, né tantomeno quelle del Presidente dei Consiglio dei Ministri o di questo o quel ministro. Il combinato disposto della nuova legge elettorale e il finto monocameralismo derivante dall’avere un senato dalle dubbie competenze ad elezione indiretta, o di secondo grado, produce di fatto solo la riduzione del potere di controllo sull’operato degli eletti e la riduzione se non addirittura l’impossibilità della scelta dei parlamentari. E lo si fa usando come scusante la velocità decisionale che però va a discapito dei diritti di parola, di scelta, di consultazione. Una riforma che prevede che il partito che vince le elezioni ha in mano il Parlamento, il Governo, la Presidenza della Repubblica, magari essendo di fatto in minoranza nel paese. Questo è quello che critichiamo. Per questi motivi diciamo un chiaro, forte, convinto, necessario, obbligatorio no alla riforma.

Trieste, 9 giugno 2016

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