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domenica 4 settembre 2016

Paolo Maddalena alla 3 giorni CGIL: perché il NO a questa riforma-truffa.

L'Anpi-Vzpi di Trieste e il Comitato a difesa della Costituzione di Trieste, presenti per sostenere il NO al referendum nell'ambito della "3 giorni della CGIL in Festa" alla Casa delle Culture - Kulturni Dom di Prosecco, hanno organizzato Sabato 3 settembre un pubblico dibattito 

“La Costituzione della Repubblica: lo spirito ed i contenuti, riferimento indispensabile per il mondo del lavoro”. 


Relatori il Giudice Emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena, impegnato da anni nella difesa del principio fondamentale della proprietà collettiva dei beni comuni; Adriana Janežič della Segreteria Anpi-Vzpi; Villiam Pezzetta, Segretario Generale della CGIL Friuli-Venezia Giulia. Ha introdotto e moderato il dibattito Adriano Sincovich, Segretario Generale della NCCdL di Trieste.


(Sincovich e Pezzetta, Maddalena e Janežič
Una gallery con più foto si trova QUI)


Paolo Maddalena ha presentato il suo ultimo libro "Gli inganni della finanza. Come svelarli, come difendersene", scritto per restituire spazio e dignità al concetto di cittadinanza attiva e partecipata, smascherando gli assunti fondamentali dall'odierno capitalismo finanziario globale, che ha sradicato l'economia dalle sue basi materiali creando "denaro dal nulla", commercializzando i debiti, e si è fatto sovrano anche rispetto ai governi, chiedendo loro di deregolamentare, spacchettare, liberalizzare, in modo che tutto confluisca nel mercato globale e tutto venga mercificato - anche ciò che, per sua natura, non può avere un valore di scambio e non può essere oggetto di commercio, poiché è di appartenenza collettiva, come i beni comuni, il paesaggio, la Cultura.

A questa sovranità della finanza sono d'intralcio le Costituzioni democratiche, che quindi devono essere neutralizzate: non basta più legiferare ignorandole, come è stato fatto in Italia con le privatizzazioni (contro l'Art. 42), col "jobs act" (contro l'Art. 36), le leggi 130/'99 e 63/2002 sulle "cartolarizzazioni" (contro l'Art. 41). La riforma Renzi/Boschi non tocca, per ora, questi Articoli, ma ANNIENTA l'Art. 138 sulle modifiche alla Costituzione, mettendola in pratica alla mercè del governo. Che potrà, poi, intervenire anche sulla prima parte, dove vengono stabiliti i DIRITTI delle persone che già oggi non vengono riconosciuti dalle ultime leggi.



I sostenitori del sì fanno una campagna menzognera. Non si tratta di una semplice revisione della Costituzione ma della trasformazione della forma di governo, da una forma parlamentare ad una forma cripticamente presidenziale; l'asserita riduzione dei costi è risibile, non certo quella sbandierata.

Il tutto con un linguaggio inintelligibile e indegno di una Costituzione che deve essere compresa da tutti i cittadini e insegnata nelle scuole. MA COME SI PERMETTONO?



La rappresentante dell'ANPI Adriana Janežič ha rimarcato che le leggi approvate velocemente non per questo sono leggi giuste: risultano anzi spesso oscure -come l'Art. 70 della Costituzione modificata dalla riforma- e interpretabili ad arbitrio. I problemi non derivano dalla Costituzione vigente, ma dalla sua mancata applicazione. La riforma, a scapito del Potere Legislativo e delle Autonomie regionali e locali, concentra poteri enormi nelle mani dell’Esecutivo: che, con l'Italicum, potrà venir eletto da una minoranza di elettori. Peggio che con la legge elettorale del '53, smascherata -e bocciata- come "legge truffa".



Villiam Pezzetta ricorda che termini come "solidarietà", "welfare", "diritti", "giustizia retributiva" son scomparsi dal volabolario del governo in carica. Leggendo la Costituzione del '48 SI RESPIRA, mentre la lettura degli articoli modificati dà da sola un senso di soffocamento. Articoli modificati da un Parlamento eletto con una legge elettorale - il "porcellum" - dichiarato incostituzionale dalla Corte, e lasciato in carica solo in base al principio della continuità dello Stato, non certo con la rappresentatività necessaria per porre mano alla Costituzione.


E' seguito un lungo, ampio e articolato dibattito, che ha dato ai presenti ulteriori spunti ed argomenti per sostenere le ragioni del NO.




Il giorno precedente, l'Attivo dei Delegati della CGIL aveva accolto all’unanimità un ordine del giorno promosso da RSU Cgil per il NO al referendum, a conferma dell'impegno già preso dal Direttivo della NCCdL di Trieste di sostenere la campagna per il NO promossa dal Comitato a difesa della Costituzione di Trieste.

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