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lunedì 28 novembre 2016

MEDICI E OPERATORI SANITARI: APPELLO PER IL NO




SINTESI:

Ci sono sufficienti ragioni, sia come semplici cittadini che come operatori sanitari, per dire NO a questa proposta di stravolgimento della costituzione e per invitare a votare NO al prossimo referendum sulla proposta Renzi-Boschi.

Il documento con le firme è scaricabile da QUI in pdf


MEDICI E OPERATORI SANITARI: APPELLO PER IL NO

Come cittadini pensiamo che la riforma costituzionale Renzi-Boschi porterà alla riduzione della democrazia rappresentativa e diretta, al rafforzamento dell’esecutivo e del centralismo decisionale del governo, oltre che alla rottura dell’equilibrio tra i vari poteri dello Stato. Il ridimensionamento del Senato avrà come unico risultato la non eleggibilità dei senatori, che verranno nominati non si sa come. Tra l’altro non avremo senatori dai residenti all’estero, forse nemmeno dalle regioni a statuto speciale (gli attuali statuti non lo consentono), quasi sicuramente nessuno della minoranza slovena. E’ stato ormai dimostrato che lo sbandierato risparmio economico sarà irrilevante. La presunta lentezza dell’approvazione delle leggi non è supportata da dati convincenti (ricordiamo che la legge Fornero sulle pensioni è stata approvata in soli 19 giorni con il bicameralismo perfetto), mentre invece l’iter legislativo troverà reali rallentamenti dalla complicata riformulazione dell’articolo 70. Gli esempi potrebbero continuare. Le ragioni per dire NO sono numerose e motivate.



Come operatori della salute siamo preoccupati per il progressivo smantellamento dello stato sociale e in particolare per il sottofinanziamento della sanità pubblica. A favore della proposta Renzi-Boschi è stato detto che la frammentazione della sanità su base regionale, dovuta alla riforma del titolo V, verrà risolta. In realtà la modifica dell’art 117 affida alla potestà legislativa esclusiva dello Stato le disposizioni generali per la tutela della salute, per le politiche sociali e per la sicurezza alimentare, mentre alle Regioni spetteranno la potestà legislativa in materia di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali. In buona sostanza le differenze regionali rimarranno. Le Regioni resteranno dei grandi centri di spesa, con le loro burocrazie e i loro costosi contenitori, ma verranno svuotate di contenuti. Nel contempo la centralizzazione delle materie di competenza concorrente aumenterà il livello burocratico statale.



Ben lungi dal risolvere la frammentazione legislativa locale, questa riforma esproprierà completamente le Regioni dei loro poteri. Finora le Regioni hanno avuto un ruolo dialettico nella negoziazione del fondo sanitario nazionale. Ma se ad esempio il Governo, per il vincolo costituzionale del pareggio di bilancio (sciaguratamente già in vigore) o per scelta politica (aumentare la privatizzazione dei servizi), volesse tagliare 2 o 3 miliardi dal fondo sanitari, con la riforma Renzi-Boschi le Regioni non potrebbero più opporsi nè negoziare una scelta diversa. Nemmeno il Senato dei nominati, fittizia “Camera delle Regioni” avrà la facoltà di discutere il bilancio dello Stato: i consiglieri regionali, elevati a rango di parlamentari del “Senato delle autonomie”, non avranno poteri sulle questioni locali (ma paradossalmente potranno occuparsi di politica comunitaria!). 


Infine. La salute non è la semplice assenza di malattia, ma uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale (OMS 1984), che si può realizzare solo in presenza del rispetto dei diritti fondamentali della persona: il diritto alla salute, ad un ambiente rispettoso degli equilibri naturali, all’abitazione, al lavoro, all’autodeterminazione territoriale. Purtroppo la supremazia decisionale del Governo sottrarrà alle Regioni competenze locali come il controllo del territorio e la partecipazione alle scelte ambientali: la produzione e la distribuzione dell’energia (ad esempio il rigassificatore a Trieste); l’individuazione dei siti per il deposito di sostanze inquinanti o di scorie nucleari; le grandi opere di modifica del territorio. Tutte attività che incidono profondamente sulla salubrità dell’ambiente e sulle condizioni di vita e di salute delle popolazioni locali.

Ci sono quindi sufficienti ragioni, sia come semplici cittadini che come operatori sanitari, per dire NO a questa proposta di stravolgimento della costituzione e per invitare a votare NO al prossimo referendum sulla proposta Renzi-Boschi.


venerdì 25 novembre 2016

26 Novembre - Democratici per il NO al S. Marco


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26 Novembre - Volantinaggio Musicale per il NO al referendum costituzionale



Domani, 26 Novembre, volantinaggio per il NO lungo le vie della Zona Pedonale di Trieste, accompagnati da un complesso musicale di fiati (Musiche di Goran Bregović e altri).

I nostri volontari in giubbino giallo con scritta "io voto NO - chiedimi perché" saranno accompagnati  da volontari di Possibile e Sinistra Italiana e CGIL in giubino rosso.

Ritrovo alle 10:30 in piazza Goldoni

Ore 11 partenza e percorso "pedonale" (Via Gallina, Via Torri, Ponterosso, Ponte Curto, piazza Borsa) con soste in Ponterosso e Ponte Curto e volantinaggio nel Mercatino di Natale.

All'arrivo, alle 12:30,  troveremo una manifestazione di Lavoratori precoci, le biciclette del M5S, banchetti della CGIL - tutti insieme per la chiusura bandistica.

Tutti sono invitati a intervenire portando vestiti a colori vivaci e bandiere arcobaleno della Pace.

giovedì 24 novembre 2016

29 novembre, ore 17-19 Università di Trieste

Referendum costituzionale. Cosa cambia?

Le ragioni del NO

Assemblea pubblica organizzata dalla FLC-CGIL
 




 Vogliamo parlare lontani dal tifo e dalla denigrazione dell’avversario, perché la rissa non aiuta a capire e fare le proprie scelte a ragion veduta.


La CGIL ritiene necessario illustrare nel merito i motivi del proprio parere negativo a questa legge di riforma.


Ne parliamo con gli avvocati Giovanni Ventura e Fulvio Vida (Firmatari della lettera degli avvocati del foro triestino contrari alla riforma).




29 novembre, ore 17-19
Università di Trieste
Aula A - Sede Centrale,

piazzale Europa 1, piano terra


 Il dibattito è aperto a tutti gli interessati

ANPI con Folena, 28 Novembre, via Fabio Severo 14/A

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mercoledì 23 novembre 2016

26 NOVEMBRE ORE 12.00 CASA DEL POPOLO PONZIANA


“anche le idee sono contente quando gli esseri umani si incontrano”




                                         

SABATO 26 NOVEMBRE ORE 12.00

CASA DEL POPOLO VIA PONZIANA 14 – 1° PIANO


ragionamenti su


 IL REFERENDUM COSTITUZIONALE



interverranno 

GIANGIACOMO BIADENE e GIUSEPPE MEINERI 
(Libertà e Giustizia)

 in collaborazione con

ASSOCIAZIONE “TINA MODOTTI” – TRIESTE

COMITATO A DIFESA DELLA COSTITUZIONE – TRIESTE

Dalle ore 09.30 alle ore 11.30
volantinaggio in Campo San Giacomo


25 novembre 2016, Muggia - sala Millo

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martedì 15 novembre 2016

appello degli ambientalisti FVG per il NO al referendum del 4 dicembre

L'appello, con i primi firmatari, è scaricabile da QUI


Si invitano i cittadini, oltre che i mezzi d’informazione, a partecipare alla conferenza stampa che si terrà giovedì 17 novembre 2016, alle ore 11.30 presso il Caffè S. Marco di Trieste (via C. Battisti 18) sul tema:

Il 4 dicembre un NO per l’ambiente”

Sarà illustrato l’appello per il NO al referendum confermativo del 4 dicembre, sottoscritto da alcune decine di ambientalisti del Friuli Venezia Giulia.
L’appello riguarda in particolare le modifiche alla Costituzione (art. 117) che riguardano le competenze dello Stato e delle Regioni in materie di rilevante interesse ambientale.

Per i promotori dell’appello:
Dario Predonzan
Elia Mioni 

Il testo dell'appello:

Ambientalisti per il NO al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016


La riforma costituzionale, sulla quale i cittadini italiani saranno chiamati a pronunciarsi nel referendum confermativo del 4 dicembre, presenta alcuni aspetti molto preoccupanti anche per quanto concerne la tutela dell’ambiente, nel rapporto tra lo Stato e le autonomie locali.

In particolare, la nuova formulazione dell’art. 117 della Costituzione attribuisce alla competenza legislativa esclusiva dello Stato, tra le altre materie: 

  • la “valorizzazione” dei beni paesaggistici
  • le disposizioni generali e comuni sul governo del territorio
  • la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionali dell’energia 
  • le infrastrutture strategiche e le grandi reti di trasporto e di navigazione d’interesse nazionale 
  • i porti e gli aeroporti civili, di interesse nazionale e internazionale
Si tratta di materie che in precedenza erano attribuite alla competenza “concorrente”, vale a dire la potestà legislativa spettava alle Regioni, mentre allo Stato era riservata la determinazione dei soli principi fondamentali.

E’ perciò evidente che, in virtù del nuovo art. 117, spetterà allo Stato ogni decisione in merito ad infrastrutture quali: elettrodotti ad alta tensione, metanodotti ed impianti di rigassificazione del GNL, autostrade, nuove linee ferroviarie.

Pertanto, mentre ad esempio la decisione finale sulla costruzione o meno del proposto rigassificatore di GNL, proposto a Trieste-Zaule da GasNatural, richiedeva prima l’obbligatoria intesa tra il Ministero competente e la Regione, ora dall’intesa si potrà prescindere ed il Governo potrà decidere in totale autonomia. Analogamente per il progetto del rigassificatore proposto da SmartGas a Monfalcone.
Idem per quanto concerne le decisioni finali sui progetti di altre infrastrutture, quali la linea TAV Venezia-Trieste, l’elettrodotto Somplago-Würmlach, l’elettrodotto Udine-Ronchi sud.

Non occorre spendere troppe parole per ricordare quanto si siano dimostrati disponibili, nei confronti dei proponenti di tali progetti, gli organi statali coinvolti (dal Ministero dell’ambiente a quello dello Sviluppo economico). Al punto da forzare – o consentire che venissero forzate – in funzione di un esito favorevole, anche le procedure di valutazione ambientale prescritte per legge.

Lungi dal ritenere che la Regione Friuli Venezia Giulia sia esente da responsabilità ed errori nella gestione delle valutazioni sui progetti in questione, va detto però che almeno nel caso del rigassificatore proposto da GasNatural la contrarietà ripetutamente dichiarata dalla Presidente della Regione (pur in assenza di atti ufficiali) ha finora bloccato l’iter autorizzativo del progetto, scandalosamente approvato sotto il profilo ambientale dal Ministero dell’ambiente.

In caso di vittoria dei SI il 4 dicembre, l’”arma” dell’intesa mancata non potrebbe invece più essere utilizzata dalla Regione. Analoga la situazione per quanto concerne i progetti degli elettrodotti ad alta tensione e quello della linea TAV Venezia-Trieste.

Non solo: su proposta del Governo le leggi statali – nella nuova formulazione dell’art. 117 – potranno “invadere” anche materie nelle quali la potestà legislativa spetta alle Regioni, vale a dire:

  •  la pianificazione del territorio regionale
  •  la mobilità all’interno di questo territorio
  •  la dotazione infrastrutturale
  •  la promozione dei beni ambientali, culturali e paesaggistici
Ciò potrà avvenire “quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse generale”. Formula generica come poche …

Anche opere ed interventi di minore entità (ma non necessariamente di minore impatto sull’ambiente), pertanto, potranno – ad imperscrutabile giudizio del Governo – essere avocati alla competenza statale. Di uno Stato, va ribadito, che si è distinto soprattutto per i tanti cedimenti verso gli interessi delle grandi aziende pubbliche e semipubbliche (RFI, SNAM, ENEL) e per quelli delle multinazionali (GasNatural, tra le altre), a scapito dell’ambiente e prescindendo anche da elementari considerazioni sulla sostenibilità economica di molte “grandi opere”.

Il panorama della legislazione e della pianificazione, in materia di ambiente e territorio, da parte delle Regioni, presenta certo diverse ombre, ma anche molti casi di eccellenza. 
Di certo però, lo Stato ed i Governi succedutisi nei decenni non hanno dato prova di maggiore sensibilità ed attenzione. Basti qui ricordare che sono occorsi due referendum popolari, per evitare che l’Italia proseguisse nella costruzione di centrali nucleari. 

Il mantenimento di un ruolo e di competenze legislative e pianificatorie, in queste materie, a livello regionale (anche migliorando la formulazione attuale dell’art. 117 Cost.) rappresenta quindi un indispensabile contrappeso istituzionale, a tutela degli interessi dei cittadini e dell’ambiente, rispetto allo strapotere – troppe volte subito – dei grandi interessi economici organizzati.

Per le sopraelencate ragioni, i firmatari del presente appello – impegnati da molti anni nelle iniziative ambientaliste in Friuli Venezia Giulia – invitano chi ha a cuore la tutela dell’ambiente a votare NO il 4 dicembre. 

sabato 12 novembre 2016

Venerdì 18 novembre ore 18: incontro/scontro Casson-Codega

Locandina in pdf disponibile QUI

 

Le ragioni del NO
le ragioni del SI


Venerdì 18 novembre
ore 18
presso il Circolo della Stampa di Trieste
Corso Italia, 13 -Ts

incontro dibattito tra

Felice Casson 
vice presidente commissione Giustizia del Senato
Franco Codega
consigliere regionale del FVG

modera 
Pierluigi Sabatti
presidente del Circolo della Stampa


Circolo della Stampa
di Trieste
Corso Italia 13 – 34122 - Trieste
tel. 040/370371 – fax 040/370378
Comitato per la Difesa della Costituzione
c/o ANPI, largo Barriera Vecchia 15 – Trieste