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venerdì 5 ottobre 2018

Razzismo ieri. E oggi? 9 ottobre al Circolo della Stampa





Il tratto fondamentale dei fascismi è l’ESCLUSIONE. I fascisti escludono da ogni diritto chi non ha la loro stessa lingua, etnia, colore della pelle ed altri tratti somatici che chiamano "razza"; e chi si oppone all’esclusione.



Novant'anni fa, per la riforma Gentile, chiudevano le ultime classi delle 541 scuole slovene e croate (circa 80.000 studenti) presenti nella Venezia Giulia nel 1918.



Ottant'anni fa Mussolini annunciava in Piazza Unità i "provvedimenti per la difesa della razza". Uno di essi era già stato firmato dal re due settimane prima, ed "eliminava completamente dalla scuola fascista insegnanti ed alunni ebrei".

E oggi?



Oggi commemorare quei momenti bui è difficile, perché, dicono, "può accendere rancori, da una parte o dall'altra". Dalla parte dei perseguitati? O di chi si sente erede dei persecutori?

Oggi a una nave della nostra Guardia Costiera, la Diciotti, viene imposto di infliggere ulteriori sofferenze a dei naufraghi, ed esseri umani che chiedono aiuto vengono ingiuriati e derisi chiamandoli "naufraghi palestrati" e "profughi vacanzieri".

"Ho visto le parole d'odio trasformarsi in dittatura. E poi in sterminio." (Senatrice a vita Liliana Segre).

A Macerata, Vibo Valentia, Caserta, Napoli, Firenze, Forlì, Latina, cittadini ed ospiti di colore vengono fatti segno di colpi di pistola, alcuni dei quali mortali.

Movimenti neofascisti e neorazzisti alzano la testa, e organizzano convegni, manifestazioni di piazza, ronde e aggressioni, confidando nell'immunità.



Il Governo predispone un decreto anticostituzionale che criminalizza gli immigrati, nega le funzioni di accoglienza dei Comuni e trasforma tutto in "ordine pubblico"; anticostituzionale perché per loro prevede provvedimenti punitivi dopo un solo grado di giudizio, e fra le "punizioni" prevede la revoca della cittadinanza. 

"Se noi fossimo quel pubblico che 80 anni fa ha assistito in piazza Unità al discorso da brividi di Mussolini, come reagiremmo? Con entusiasmo e applausi, come allora, o con orrore?" Noemi Di Segni, presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

Riflettiamoci, perché la risposta non è scontata.

"Razzismo in cattedra": finalmente la mostra si può visitare.

Alla fine, questa mostra è stata allestita.

In ritardo rispetto all’ottantesimo anniversario dell’annuncio delle leggi razziali, in una sede dignitosa, non periferica come la Risiera, ma nemmeno centralissima come quella inizialmente prevista, palazzo Costanzi.




      (Al museo Sartorio
      di Largo papa Giovanni,
      dal 5 al 14 ottobre 2018,
      con orario:
      da martedì a sabato 10-13 e 16-19,
      domenica orario continuato 10-19).


Ma perché la sua locandina è stata criticata in modo da impedirne, di fatto, l’apertura nella sede e data prevista?

Quale “proposta alternativa” sarebbe stata ritenuta dall’assessore Rossi adeguata alla sua “prudenza”?

Da quale “parte” della città il sindaco Di Piazza temeva che il manifesto potesse “accendere rancori”? 

«Se noi fossimo quel pubblico che 80 anni fa ha assistito in piazza Unità al discorso da brividi di Mussolini, come reagiremmo? Con entusiasmo e applausi, come allora, o con orrore? Questa è la domanda che il Comune, valutando quella locandina della mostra, doveva porsi.» 
   Noemi Di Segni, presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

giovedì 27 settembre 2018

un primo severo giudizio sul decreto immigrazione e sicurezza


COMUNICATO STAMPA

Dalla presidenza del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale,
un primo severo giudizio sul decreto immigrazione e sicurezza 
(in calce alla presente)

Di nuovo, e non è la prima volta in tema di immigrazione e sicurezza – da Maroni a Minniti -, si producono decreti anticostituzionali e con effetti negativi e criminogeni.
Si trasformano persone che chiedono aiuto in criminali clandestini, a prescindere.
Si indeboliscono le funzioni di accoglienza dei Comuni. Tutto viene trasformato in ordine pubblico.
Fuori dalla Costituzione, fuori dalle norme europee.
Una attività legislativa sempre più simile a propaganda elettorale, in una campagna elettorale che sembra  non finire mai.
Sarà così fino alle elezioni europee del maggio 2019?
Un auspicio:

  • Una attenzione critica e severa da parte del Presidente Mattarella.
  • Una reazione dell’ANCI, attraverso la quale i sindaci facciano sentire la loro voce.
  • Una nostra – del popolo della Costituzione – non rassegnata e critica attenzione e protesta.
Trieste, 26 settembre 2018


Il comunicato del Coordinamento nazionale:




Un decreto incostituzionale, inutile e dannoso

Il provvedimento su immigrazione e sicurezza deliberato dal Consiglio dei Ministri il 24 settembre è incostituzionale, inutile e dannoso; la sua emanazione come decreto legge può provocare guasti a cui sarà difficile porre riparo.
Innanzitutto non sussiste il presupposto dei casi di straordinaria necessità ed urgenza che soli possono legittimare il Governo ad adottare provvedimenti provvisori con forza di legge, come si evince dalla stessa eterogeneità del provvedimento con norme ispirate dalle esigenze più disparate.
La nuova disciplina dell’immigrazione e della cittadinanza presenta aspetti allarmanti di incostituzionalità.

L’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari è mirata specificamente a sgonfiare il volume dei permessi di soggiorno, creando una serie di drammi personali e aprendo la strada ad un’esplosione del contenzioso. Poiché nella stragrande maggioranza dei casi non è possibile procedere al rimpatrio, l’unico effetto reale sarà l’allargamento dell’area della clandestinità: ciò comporterà l’incremento di una popolazione di persone senza diritti, impossibilitate a lavorare e costrette al lavoro schiavile, facile preda della criminalità. Inutile dire che tale situazione inciderà sulla sicurezza degli italiani e renderà più spietato il mercato del lavoro e la competizione fra i lavoratori italiani poveri e la manodopera dei senza diritti stranieri.

Il raddoppio della durata massima del trattenimento dello straniero in attesa di rimpatrio, nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), prolungata fino a sei mesi, anche se consentito dalla Direttiva europea sui rimpatri 2008/115/CE, presenta marcati aspetti di irragionevolezza perché si risolve in una pena senza delitto data l’impossibilità di procedere al rimpatrio nella stragrande maggioranza dei casi. Tale misura comporterà il raddoppio della popolazione di stranieri in detenzione amministrativa con incremento esponenziale dei costi che gravano sui contribuenti. In questo contesto è inaccettabile la possibilità di trattenere le persone da rimpatriare in strutture idonee e nella disponibilità dell’autorità di pubblica sicurezza. In questo modo viene creato un circuito carcerario (le prigioni del Ministero dell’Interno) al di fuori dell’ordinamento nel quale non sarà possibile monitorare il rispetto dei diritti umani fondamentali.

Parimenti incostituzionale è la norma che prevede la sospensione della procedura d’asilo ed il rimpatrio del richiedente asilo che abbia subito una condanna in primo grado perché palesemente contraria alla presunzione di non colpevolezza (art. 27 Cost.) ed al principio che la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento (art. 24 Cost.).

Il sostanziale smantellamento del sistema di protezione su base comunale (SPRAR) dei rifugiati e richiedenti asilo inciderà in modo pesantemente negativo sulla possibilità di inclusione degli immigrati nel tessuto sociale, rendendo più problematica la convivenza.

Problematiche e di scarsa utilità, oltre ad essere prive di ogni requisito d’urgenza sono le norme in materia di sicurezza. La sperimentazione delle c.d. armi ad impulsi elettrici da parte delle polizie municipali, crea una situazione pericolosa per la pubblica incolumità, trattandosi di dispositivi che possono avere effetti letali. Raddoppiare le pene previste dal codice Rocco per le occupazioni abusive è scelta palesemente irragionevole in quanto l’emergenza non è rappresentata dalle occupazioni di edifici abbandonati da parte dei senza casa, ma dall’esistenza di fasce di popolazione prive del diritto all’abitazione, così come non c’è nessuna necessità di mettere in vendita i patrimoni sequestrati alle mafie, aprendo alla possibilità che la criminalità organizzata riprenda possesso dei beni che le sono stati sottratti.

Roma, 25 settembre 2018

Massimo Villone, Alfiero Grandi, Silvia Manderino, Mauro Beschi, Domenico Gallo

sabato 12 maggio 2018

I testi completi delle leggi per cui raccogliamo le firme


Legge di iniziativa popolare Per la scuola della Costituzione

NORME GENERALI SUL SISTEMA EDUCATIVO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
NELLA SCUOLA DI BASE E NELLA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO.

http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/wp-content/uploads/2018/02/lip-con-revisione-articolo-36.pdf


Legge elettorale di iniziativa popolare

“Modifiche alla legge elettorale (165/2017) per consentire agli elettori di
scegliere direttamente i deputati e i senatori da eleggere in proporzione ai
voti ottenuti; previsione del voto disgiunto e doppia preferenza donna e uomo; garanzie di correttezza, trasparenza, democraticità nella selezione delle candidature in attuazione dell'art 49 della Costituzione”.

http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/wp-content/uploads/2018/02/Proposta-legge-elettorale-iniziativa-popolare-Camera-Senato-garanzie.pdf


Proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare

Modifiche agli articoli 81, 97, 117 e 119 della Costituzione, concernenti l’equilibrio di bilancio (il principio del “pareggio di bilancio”), al fine di salvaguardare i dirittifondamentali della persona




venerdì 27 aprile 2018

Si raccolgono firme anche di notte

Alla luce delle pile e dei telefonini




La firma del segretario generale della CGIL di Trieste, Piga


La firma di una giovane elettrice

sabato 14 aprile 2018

Bombardamenti in Siria: prese di posizione

"L'attacco alla Siria viola la legalità internazionale. Il Governo italiano lo condanni"

Raccolta firme: postazione agli Horti Tergestini








giovedì 29 marzo 2018

Inizia la raccolta firme per TRE leggi d'iniziativa popolare



La rete nazionale dei Comitati a difesa della Costituzione è impegnata nella raccolta delle firme per tre leggi di iniziativa popolare:

   LA SCUOLA DELLA COSTITUZIONE
Una Legge di Iniziativa Popolare che ha come riferimento potente e portante la nostra Carta Costituzionale (articoli 3, 9, 33 e 34): la scuola deve essere plurale, laica, inclusiva, finalizzata alla valorizzazione della persona ed alla rimozione degli ostacoli economici, sociali, culturali e di genere che limitano libertà e uguaglianza.

   UNA LEGGE ELETTORALE COSTITUZIONALE
Per garantire la rappresentatività delle Camere, perché il nostro voto sia realmente personale, eguale, libero e segreto, come dettato dall’articolo 48 della Costituzione e ribadito nelle sentenze che hanno dichiarato incostituzionali “porcellum” e “italikum”.

   MODIFICHE AGLI ART. 81, 97, 117, 119 DELLA COSTITUZIONE
Per cancellare il principio del pareggio di bilancio e vincolare le politiche di bilancio dello Stato alla salvaguardia dei diritti fondamentali delle persone stabiliti nella prima parte della nostra Costituzione.

Il Comitato a difesa della Costituzione di Trieste organizzerà la raccolta firme per le tre leggi di iniziativa popolare a Trieste in primavera ed estate 2018, e presenterà l’iniziativa



Al Circolo della Stampa
Corso Italia 13 - Trieste
Giovedì 5 aprile alle ore 17.30

Relatori :
CARLO SALMASO
(LIP – Scuola)
FELICE BESOSTRI
(Avvocato antiItaliKum)


sabato 3 marzo 2018

Nella cartella della conferenza stampa del 1 marzo 2018






Relazione sulle risposte ricevute da Candidate e Candidati al Parlamento

Il Comitato a difesa della Costituzione di Trieste, insieme a più di 500 altri Comitati locali confratelli, negli ultimi due anni ha partecipato alla campagna per il NO, che il 4 dicembre 2016 ha riportato alle urne 4.230.000 elettori che non avevano votato alle Europee del 2014; e sostenuto l’azione dei giuristi che, con i loro ricorsi, hanno fatto sì che la Corte Costituzionale si pronunciasse su “porcellum” e “italicum”, con sentenze di illegittimità.

In occasione delle prossime elezioni politiche del 4 marzo, abbiamo individuato sette aree (non certo le sole) in cui la nostra Costituzione è stata attuata solo parzialmente, se non per nulla, dalla legislazione ordinaria; e chiesto alle Candidate e ai Candidati al Parlamento quali sono le loro intenzioni in merito alla sua attuazione, con la lettera allegata.

Sono state interpellate tutte le forze politiche di ispirazione non dichiaratamente fascista che hanno presentato candidature nei collegi di Trieste (ad eccezione del Partito del Valore Umano, con cui non è stato possibile stabilire un contatto né via mail né su Facebook).

- o -

Ci hanno risposto (in ordine alfabetico):

  • Liberi e Uguali (due risposte, dai candidati Fabio Omero e Serena Pellegrino)
  • Movimento 5 stelle (risposta a nome di tutti i candidati)
  • Per una Sinistra rivoluzionaria (da Davide Fiorini)
  • Potere al popolo (risposta a nome di tutti i candidati)

Ci ha risposto inoltre Marco Villa, candidato nel Lazio della Lista del Popolo per la Costituzione (Ingroia). La Lista del popolo non si è presentata a Trieste, ma le domande gli erano pervenute tramite la rete nazionale dei Comitati.

Per quanto riguarda le risposte ricevute, che alleghiamo integralmente, osserviamo che tutte le forze politiche che hanno risposto concordano con noi sul fatto che nelle aree segnalate la Costituzione non è pienamente attuata, e propongono azioni concrete per porvi rimedio.

Le proposte avanzate sono ovviamente diverse, ma in buona parte sovrapponibili e largamente compatibili, con poche eccezioni: l'atteggiamento verso la NATO (da cui qualcuno vorrebbe uscire, altri riportare ad un'alleanza puramente difensiva che non si sostituisca all'ONU nell'intraprendere "missioni di pace" che si rivelano poi atti di guerra) e la posizione di Sinistra Rivoluzionaria sull'elezione del Parlamento (che vorrebbe sostituire con un sistema di democrazia diretta con una radicale riforma della Costituzione). Potrebbero facilmente trovare punti di convergenza in Parlamento.
- o -

NON HANNO INVECE RISPOSTO (in ordine alfabetico):

  • Civica Popolare (in coalizione con PD)
  • +EUROPA (in coalizione con PD)
  • Forza Italia
  • Fratelli d'Italia (in coalizione con FI)
  • Front Furlan
  • Insieme (in coalizione con PD)
  • Lega Nord (in coalizione con FI)
  • Lista dieci volte meglio
  • Noi con l'Italia (in coalizione con FI)
  • Partito Democratico
  • Patto per l'autonomia
  • Popolo della famiglia
  • Rinascimento - Sgarbi
  • rispettopertuttiglianimali
  • "Siamo"

Tralasciando le liste minori che possono avere problemi organizzativi o essere poco interessati al target che noi rappresentiamo, colpisce che, delle due coalizioni che troveremo sulle schede elettorali, nessuna forza politica abbia ritenuto di prendere in considerazione domande proveniente dalla rete nazionale di Comitati a difesa della Costituzione che sono stati protagonisti nella campagna per il NO al referendum del 4 dicembre 2016.

Questo evidenzia anche la strumentalità della posizione per il NO del centro-destra al referendum sulle riforme costituzionali Renzi-Boschi: centro-destra che approvato, nel 2006, un analogo tentativo di stravolgimento della Costituzione poi bocciato dagli elettori, e che ha approvato nel 2005 la prima delle leggi elettorali incostituzionali, il c.d. "Porcellum".

Sembrerebbe che le forze politiche che hanno governato il Paese negli ultimi 17 anni abbandonino la difesa della Costituzione alla sinistra a sinistra del PD e al movimento 5 stelle, con la riserva mentale di continuare a lasciarla inattuata o anche di riprovarci, a stravolgerla in senso autoritario, non appena ve ne saranno le condizioni.

Questo dovrebbe risultare inaccettabile anche a quelle elettrici ed elettori - e ve ne sono - orientate a votare per una delle due coalizioni, ma che considerano la nostra Costituzione un'eredità e un valore da custodire.

Non stupisce, inoltre, che la proposta fiscale del centro-destra preveda una flat tax - l'esatto contrario della progressività richiesta dall'art. 53.

- o -

Al Comitato a difesa della Costituzione di Trieste e gli altri Comitati locali che si riconoscono nazionalmente nel Coordinamento Democrazia Costituzionale aderiscono persone e organizzazioni con diversi orientamenti: di sinistra, liberali, repubblicani, socialisti, cattolici, radicali... ed anche esponenti del PD in dissenso con la sua linea.

Per rispetto alle diverse posizioni politiche dei loro aderenti, non possono dare indicazioni di voto, : ma, per difendere i principi della nostra Costituzione antifascista, possiamo dare indicazioni di NON voto:

  • NON votare liste che non si basino su una chiara, netta e non ambigua posizione antifascista;
  • NON votare le forze politiche che hanno tentato gli stravolgimenti costituzionali (governo Berlusconi nel 2006, governo Renzi nel 2016) rifiutati dagli elettori nei successivi referendum; le stesse forze politiche che hanno approvato tre leggi elettorali incostituzionali di fila: "porcellum", "italikum" e la legge con cui voteremo, e che hanno dimostrato con le loro NON-risposte di non condividere le nostre preoccupazione sui dettati della Costituzione ancora disattesi, né di voler far nulla per finalmente APPLICARLA.

Trieste, 1° marzo 2018


Comitato per la Difesa della Costituzione
c/o ANPI, largo Barriera Vecchia 15 – Trieste


mercoledì 28 febbraio 2018

Appello al voto del Coordinamento nazionale per la Democrazia Costituzionale




Roma, 27 febbraio 2018

Con il voto del 4 marzo finisce una legislatura da archiviare come una delle peggiori della storia della Repubblica. Ci si sorprende della transumanza di parlamentari da una parte all'altra, ma se i parlamentari venissero scelti dai cittadini e non nominati dai capi partito questo fenomeno non ci sarebbe.
Dall'entrata in vigore del Porcellum si sono susseguite tre legislature, una peggio dell'altra. Purtroppo anche quella che sta per iniziare avrà parlamentari eletti con una pessima legge elettorale, approvata a scatola chiusa con ben 8 voti di fiducia, che ha imposto di nuovo l'elezione dei parlamentari sulla base della fedeltà ai capi impedendo ai cittadini di sceglierli.

Eppure il tentativo di manomettere la Costituzione, con metodi e contenuti stravolgenti della Costituzione del 1947, si è infranto sul voto dei cittadini che il 4 dicembre 2016 al 60 % hanno detto No. Il governo pensava di ottenere un plebiscito e invece ha perso clamorosamente.

Ritorna, tuttavia, in molti programmi elettorali la volontà di non tenere in considerazione la volontà popolare espressa con il voto del 4 dicembre. Per questo, pur comprendendo la sfiducia ed il disagio di fronte alla crisi di una politica e di una classe dirigente, non è tempo di stare alla finestra: il colpo di mano realizzato nel 2012 con la riforma dell’art. 81 potrebbe ripetersi se non ci sarà in Parlamento il massimo numero possibile di parlamentari fedeli alla Costituzione. L'astensione può solo agevolare i responsabili del tentativo di manomettere la Costituzione e dell'approvazione di questa legge elettorale. 

Il Coordinamento invita gli elettori e le elettrici a non votare i partiti e i parlamentari che hanno tentato di manomettere la Costituzione e approvato questa legge elettorale.

Chi ha voluto questa legge elettorale si è reso responsabile di una grave ferita democratica, mentre oggi è prioritario superare l'abisso di sfiducia tra rappresentanti e rappresentati, che rischia di diventare una vera e propria delegittimazione dell'istituto parlamentare, centrale nella nostra Costituzione.
Questi apprendisti stregoni rischiano di far fare un salto all'indietro alla democrazia del nostro paese come delineata nella Costituzione, aprendo la strada a nuove tentazioni revisioniste come, ad esempio, una delle diverse forme di presidenzialismo, di cui la destra parla apertamente.

Dobbiamo utilizzare tutti gli spazi democratici per modificare in profondità questo sistema elettorale: ricorrendo alla Corte costituzionale, promuovendo la proposta di legge elettorale di iniziativa popolare su cui è iniziata la raccolta delle firme e che verrà presentata entro l'estate al Senato, usando lo spazio del nuovo regolamento che obbliga a esaminare entro tre mesi le leggi di iniziativa popolare, infine - se non resteranno alternative - ricorrendo al referendum per abrogare la sostanza di questa legge.

Il Coordinamento per la democrazia costituzionale, erede del Comitato per il No, chiede il sostegno dei cittadini alla campagna forte e serrata già iniziata per raccogliere le firme necessarie a sostegno di tre proposte di iniziativa popolare: nuova legge elettorale proporzionale con parlamentari scelti dai cittadini, modifica dell'art 81 della Costituzione per eliminare l'obbligo del pareggio di bilancio e per la salvaguardia dei diritti fondamentali, una vasta riforma della scuola cambiando radicalmente la legge 107.

Inoltre il coordinamento è impegnato ad affermare i valori della Costituzione, puntando a ribaltare scelte sbagliate come l'ulteriore tentativo di svuotare l'articolo 11 (l'Italia ripudia la guerra) e ribadendo una netta discriminante antifascista che è fondamento della nostra Costituzione e della nostra democrazia nata dalla Resistenza.

giovedì 22 febbraio 2018

Appello a 4.230.000 elettrici ed elettori



TU, proprio TU:

nel 2014 non hai neanche votato. E magari neanche nel 2013.

Ma il 4 dicembre 2016 hai fatto la strada fino al seggio per dire un rotondo NO allo stravolgimento della nostra Costituzione.

Grazie.

Siete in QUATTRO MILIONI e 253.000, e avete dato un contributo determinante ad affossare l’ultimo tentativo di rendere autoritaria la nostra Repubblica.

Ma la maggioranza del Parlamento, eletta grazie ad una legge incostituzionale, ha continuato ad approvare leggi elettorali che limitano la sovranità degli elettori via via che la Corte Costituzionale le cancellava.

Sono 12 anni che votiamo con leggi incostituzionali, studiate per dare al "vincitore" il controllo totale sia sul Parlamento che sul Governo. Vogliono azzerare la nostra sovranità per ottenere un potere senza controllo.

FERMIAMOLI.

Il 4 marzo 2018 andiamo a votare. E votiamo CONTRO di loro:

NON VOTIAMO le forze politiche che hanno tentato gli stravolgimenti costituzionali (governo Berlusconi nel 2006, governo Renzi nel 2016) rifiutati dagli elettori nei successivi referendum. Sono le stesse forze politiche che hanno approvato tre leggi elettorali incostituzionali di fila: "porcellum", "italikum" e la legge con cui voteremo.

Sulla scheda elettorale ne troveremo anche altre. Preferiamo quelle che hanno inserito, nel programma, rispetto e attuazione della Costituzione.

Il 4 marzo 2018 dovremo votare di nuovo con una legge incostituzionale.

Usiamola perché si diano la zappa sui piedi.




Questo volantino è scaricabile in formato stampabile QUI
https://sites.google.com/site/difendiamocostituzionetrieste/home/documentiistituzionali/Appello4marzo.pdf?attredirects=0&d=1

domenica 18 febbraio 2018

Lettera aperta alle candidate e ai candidati al Parlamento




Alle Candidate e ai Candidati al Parlamento
nelle elezioni Politiche del 4 marzo 2018

Egregia candidata, egregio candidato,

lo scrivente Comitato a difesa della Costituzione di Trieste, insieme a più di 500 altri Comitati locali confratelli, negli ultimi due anni ha partecipato alla campagna per il NO, che il 4 dicembre 2016 ha riportato alle urne 4.230.000 elettori che non avevano votato alle Europee del 2014; e sostenuto l’azione dei giuristi che, con i loro ricorsi, hanno fatto sì che la Corte Costituzionale si pronunciasse su “porcellum” e “italicum”, con sentenze di illegittimità.

La nostra Costituzione, oltre ai tentativi di stravolgimento del 2006 e del 2016, ed alla violazione di leggi poi dichiarate incostituzionali - ma che prima della pronuncia della Corte sono state applicate con effetti perversi - soffre anche del fatto che molti suoi articoli qualificanti, ad oltre settant’anni dalla sua promulgazione, sono stati attuati solo parzialmente, se non per nulla, dalla legislazione ordinaria.

Chi di Voi verrà eletto al Parlamento avrà la possibilità di proporre e votare provvedimenti che correggano storture e inadempienze. Per questo è importante che i cittadini elettori possano conoscere gli impegni in merito, vostri personali, e delle vostre forze politiche di riferimento.

In calce alla presente ne trovate un elenco sintetico (e certamente non esaustivo), accompagnato da domande cui vi preghiamo di rispondere in tempo ragionevolmente utile (entro il 25 febbraio), in modo che noi si possa darne puntuale pubblica informazione, prima del voto, con una conferenza stampa di cui vi avviseremo.


P.S. Per vostra comodità, alleghiamo anche un documento in cui la situazione attuale sui temi affrontati, ed i motivi per cui va considerata una stortura da correggere, viene analizzata in maggior dettaglio.



Comitato per la Difesa della Costituzione
c/o ANPI, largo Barriera Vecchia 15 – Trieste
indirizzo e-mail: comunicatidifesacostituzionets@gmail.com
sito web: http://comitatodifesacostituzionetrieste.blogspot.it/

Scarica la lettera ai candidati con le domande poste ed il documento accompagnatore.