I tre Comitati del NO, liberali, repubblicani e socialisti hanno
verificato la identità delle loro posizioni in merito alla riforma della
Costituzione approvata dal Parlamento e sottoposta al giudizio
referendario dei cittadini italiani.
Liberali, repubblicani e socialisti convengono sulla comune
valutazione che un Parlamento eletto con una legge elettorale dichiarata
incostituzionale dalla Suprema Corte non era e non è legittimato a
procedere a qualsiasi modifica, sia pur minima, della Carta
Costituzionale. Ci troviamo, peraltro, di fronte non ad una semplice
revisione delle norme, come prescrive l’art. 138, bensì di fronte ad un
complessivo stravolgimento dell’impianto costituzionale, che poteva
essere demandato soltanto ad una Assemblea Costituente.
Premessa questa ineludibile considerazione di illegittimità del
testo sottoposto a quesito referendario, liberali, repubblicani e
socialisti concordano nel giudizio pienamente negativo sul merito della
riforma.
Non è vero che la riforma garantisce la stabilità. Non è vero che
la riforma riduce, se non misura irrisoria, i costi della politica. E’
vero, invece, che, anche per effetto della legge elettorale strettamente
legata alla riforma, si affida al capo di un partito di minoranza il
potere di nominare la maggioranza del Parlamento e, quindi, di eleggere
il Presidente della Repubblica e di controllare la Corte Costituzionale.
Si altera in questo modo e irreversibilmente quell’equilibrio di poteri
che è alla base dell’architettura costituzionale definita dai
costituenti e che è elemento fondamentale di ogni vera democrazia. Si
deve ricordare che questo disegno cesaristico avrebbe come inquietante
corollario una riforma Rai che già mette nelle mani del presidente del
consiglio tutta l’informazione pubblica.
Ulteriormente e in modo non reversibile, la “deforma”
Costituzionale di Renzi riesce a scontentare, contemporaneamente, sia i
detrattori del centralismo che i suoi sostenitori. I primi non possono
non rilevare le definitorie e definitive competenze che lo stato
centrale si arrogherà su temi strategici per la nazione; gli altri
deprecano l’istituzione del costoso e litigioso Senato delle regioni:
Nel merito una grande assemblea condominiale permanente con competenze
esclusive su tutti i più importanti aspetti del vivere quotidiano.
Liberali, repubblicani e socialisti ritengono che la Carta
Costituzionale anche sulla base dell’esperienza di settant’anni debba e
possa essere modificata per meglio adeguarla alle esigenze di
funzionalità che si rendono necessarie e anche per dare maggiore corpo
ai principi di laicità e di salvaguardia dei diritti individuali, che
l'evoluzione civile e morale del paese ha consolidato. Ma il processo di
riscrittura della Costituzione deve avvenire attraverso il
coinvolgimento della rappresentanza proporzionale di tutti i cittadini e
quindi attraverso la convocazione di una nuova Assemblea Costituente.
Per questi motivi i tre Comitati per il NO, liberali,
repubblicani e socialisti, hanno deciso di costituire un proprio
organismo di coordinamento e di concordare iniziative comuni sia a
sostegno della campagna per il NO sia per promuovere nei prossimi mesi
mobilitazione generale per la convocazione di un’Assemblea Costituente
Roma 26 settembre 2016