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mercoledì 17 luglio 2024

Sabato 20 luglio FIRMA DAY - FIRMA, DÈI!

"Firma, dei!", giornata di democrazia partecipativa sabato 20 luglio


Consentire ai cittadini di trovare in un unico luogo tutti i banchetti per sottoscrivere le proposte di referendum abrogativo, le leggi di iniziativa popolare e le petizioni.


E' questo lo spirito del "Firma, dei!", l'iniziativa organizzata congiuntamente da Movimento 5 Stelle, CGIL, Adesso Trieste e Comitato a Difesa della Costituzione, che si svolgerà a Trieste sabato 20 luglio dalle 10 fino a tardo pomeriggio in largo Don Bonifacio (inizio Viale XX Settembre).

Durante questa giornata di democrazia partecipativa sarà infatti possibile firmare a sostegno della legge di iniziativa popolare sul salario minimo, per il referendum che vuole abrogare le parti incostituzionali della legge elettorale Rosatellum e per il referendum contro l’autonomia differenziata. Saranno inoltre disponibili per la sottoscrizione altre petizioni su temi locali.


Movimento 5 Stelle Trieste
CGIL Trieste
Adesso Trieste
Comitato a Difesa della Costituzione

mercoledì 3 luglio 2024

Referendum Besostri per modificare il Rosatellum: come e dove firmare

Fino a settembre è possibile firmare per i referendum scritti da Besostri:

- Abolizione del voto congiunto obbligatorio
- Abolizione delle soglie di sbarramento
- Abolizione di ogni privilegio nella raccolta delle firme per la presentazione dei candidati
- Abolizione delle pluricandidature 
 

E' possibile firmare in tre modi:

1) ai banchetti in città. Ne stiamo predisponendo parecchi e li comunichiamo in anticipo, per quanto possibile. Ma non tutti i cittadini passano da quelle parti mentre sono attivi, per cui si può ricorrere alle altre due opzioni:

2) in rete, contribuendo con 1,90 euro per le spese, con carta di credito o anche bancomat. Qui istruzioni dettagliate: https://www.iovoglioscegliere.it/prima-di-firmare

 3) presso il proprio Comune. TUTTI gli 8.000 Comuni italiani hanno ricevuto via PEC i moduli da vidimare e mettere a disposizione dei cittadini raccogliere le firme, ma ogni Comune lo fa in uffici e con orari diversi. Qui sotto gli orari per Udine, Gorizia, Pordenone e tutti i Comuni della provincia di Trieste. Per gli altri Comuni, istruzioni dettagliate qui: https://www.iovoglioscegliere.it/firmaaltuocomune


      Orari dei capoluoghi in Regione FVG:

Comune di Trieste
Ufficio Delibere - largo Granatieri 1, primo piano
Prendere appuntamento telefonando al 040 6751 4024/8503
Lun-Ven 9-12

Comune di Udine
Unità Operativa Elettorale
via Beato Odorico da Pordenone 1, primo piano
lun-ven 9-12; lun,gio 15:15-16:45
Telefono: 0432 127 2618 - 123 - 268 - 234
Email: ufficio.elettorale@comune.udine.it

Comune di Gorizia
Ufficio elettorale - piazza Municipio 1, piano terra
Contatti telefonici: 0481 383 247 – 0481 383 405
Lun, Mer, Ven 10-12; Lun, Mer 15:30-16:30

Comune di Pordenone
Ufficio Relazioni con il Pubblico - Piazzetta Calderari, 1 - Piano terra
dal lunedì al venerdì ore 9.30-12.30
Contatti telefonici: 0434 3922 45/84/88


      Orari degli altri Comuni in Provincia di Trieste

1.    Duino Aurisina    ab. 8.208 tel. 0402017111
Segreteria generale - Municipio, primo piano a sinistra
Da lun a Ven orario 9-12

2.    Monrupino    ab. 840 tel 040 327 335
Segreteria Generale - Municipio
Lun-Ven 9:12; Mar, Gio 15:30-17:30

3.    Muggia    ab. 12.839 tel.  040 336 0111
URP piazza Marconi 1 piano terra
Lun-Ven 8:30-12:30; Lun, Mer 14:30-17:00

4.    San Dorligo della Valle    ab. 5.682  tel. 040 83 29 111
Ufficio Anagrafe, Municipio, piano terra a destra
Lun 14:30-16:39; Mer, Gio 9-12

5.    Sgonico    ab. 1.983 tel. 040 229 101
Ufficio Elettorale
Mar, Ven 9-12; Mer 15:30-17

 


 

domenica 23 giugno 2024

Appello a firmare i Referendum Besostri

REFERENDUM BESOSTRI: mentre è in pieno svolgimento, da venerdì 15 giugno, la raccolta di firme su moduli cartacei, IL COMITATO PROMOTORE HA ATTIVATA LA RACCOLTA FIRME ON LINE. 


È ora possibile firmare i quattro referendum ideati da Felice Besostri con una procedura online, facendosi identificare con il proprio SPID o con la Carta d'Identità Elettronica, CIE.

Cosa serve avere pronto per firmare è spiegato qua:

https://www.iovoglioscegliere.it/prima-di-firmare

La procedura è un po' complessa, perché richiede anche il versamento di una piccola somma. Questo dovuto al fatto che lo Stato, per non favorire la democrazia diretta, non rispetta le sue stesse leggi.

Infatti la legge 30 dicembre 2020, n. 178, prevedeva l’entrata in funzione dal primo gennaio 2022 di una piattaforma pubblica (e gratuita) per raccogliere firme digitali sui referendum. Questo per rientrare nel rispetto degli obblighi internazionali, dopo l’intervento dell’ONU nel caso "Staderini/De Lucia vs Italy", che condannò l'Italia sulla base degli ostacoli irragionevoli alla raccolta delle firme nell’esercizio del diritto dei cittadini al referendum. 

Ma la piattaforma è stata messa online "in test" solo nel novembre 2022 e poco dopo è stata posta "in manutenzione" e lo è ancora oggi, dopo un anno e mezzo!

Siamo stati costretti quindi a ricorrere ad un servizio privato di certificazione firme, al costo di 1,90 euro per accesso. Per superare le necessarie 500.000 firme, avremmo dovuto pagare di tasca nostra oltre un milione di euro! Decisamente fuori della portata di un piccolo gruppo di comuni cittadine e cittadini di varia estrazione sociale, formazione culturale, orientamento politico che rivendica il nostro diritto costituzionale di scegliere col voto i nostri rappresentanti parlamentari.

Questo Stato, e questo Governo più degli altri, sono nemici della democrazia diretta. Superare le difficoltà tecniche per riuscire a contribuire con 2 euro, firmando, ad una raccolta che ne costerà più di un milione, è un modo concreto per dimostrare la propria opposizione a questo concetto proprietario dello Stato.


Diffondete per favore l'appello a firmare nei vostri ambiti, a tutti i vostri contatti, con blog, mailing list e pagine social: non aspettate di trovare nelle vostre città un banchetto che raccolga le firme su moduli cartacei: i banchetti costano molto, in termini di lavoro dei nostri volontari, tempo e difficoltà burocratiche, mentre la propaganda di questo appello via rete può avvantaggiarsi dell'"effetto valanga".

Firmate i quattro referendum antiRosatellum ideati da Felice Besostri sul sito del Comitato:

https://www.iovoglioscegliere.it/

versando i 2 euro richiesti e superando le difficoltà frapposte da uno Stato che continua a "violare il diritto di tutti i cittadini italiani di partecipare alla vita politica e al governo del Paese, senza ostacoli irragionevoli, attraverso i referendum e le leggi di iniziativa popolare". 

Parola del Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, il 29 novembre 2019.



sabato 22 giugno 2024

ORA si possono firmare i "referendum Besostri" ONLINE

REFERENDUM BESOSTRI: mentre è in pieno svolgimento, da venerdì 15 giugno, la raccolta di firme su moduli cartacei, IL COMITATO PROMOTORE HA ATTIVATA LA RACCOLTA FIRME ON LINE.

È ora possibile firmare i quattro referendum ideati da Felice Besostri con una procedura online, facendosi identificare con il proprio SPID o con la Carta d'Identità Elettronica, CIE.

Su questo dobbiamo puntare moltissimo con un battage pubblicitario via rete: mailing list, blog, pagine Facebook, X, Instagram, e altri social. ORA si può: farlo quando la procedura non era ancora attiva sarebbe stato controproducente.

L'appello da far girare è QUI

Il post su Facebook da condividere è QUI

Cosa serve avere pronto per firmare è spiegato qua:

https://www.iovoglioscegliere.it/prima-di-firmare

Click sull'immagine per ingrandirla

La procedura è un po' complessa, perché richiede anche il versamento di una piccola somma. Questo può essere d'ostacolo nella raccolta firme (soprattutto per le difficoltà tecniche di chi non è abituato a fare micropagamenti online), ma deve diventare invece un punto motivante. 

Infatti la legge 30 dicembre 2020, n. 178, prevedeva l’entrata in funzione dal primo gennaio 2022 di una piattaforma pubblica (e gratuita) per raccogliere firme digitali sui referendum. Questo per rientrare nel rispetto degli obblighi internazionali, dopo l’intervento dell’ONU nel caso "Staderini/De Lucia vs Italy", che condannò l'Italia sulla base degli ostacoli irragionevoli alla raccolta delle firme nell’esercizio del diritto dei cittadini al referendum. 

Ma la piattaforma è stata messa online "in test" solo nel novembre 2022 e poco dopo è stata posta "in manutenzione" e lo è ancora oggi, dopo un anno e mezzo!

Siamo stati costretti quindi a ricorrere ad un servizio privato di certificazione firme, al costo di 1,90 euro per accesso. Per superare le necessarie 500.000 firme, avremmo dovuto pagare di tasca nostra oltre un milione di euro! Decisamente fuori della portata di un piccolo gruppo di comuni cittadine e cittadini di varia estrazione sociale, formazione culturale, orientamento politico che rivendica il nostro diritto costituzionale di scegliere col voto i nostri rappresentanti parlamentari.

Questo Stato, e questo Governo più degli altri, sono nemici della democrazia diretta. Superare le difficoltà tecniche per riuscire a contribuire con 2 euro, firmando, ad una raccolta che ne costerà più di un milione, è un modo concreto per dimostrare la propria opposizione a questo concetto proprietario dello Stato.


Diffondete per favore l'appello a firmare nei vostri ambiti, a tutti i vostri contatti, con blog, mailing list e pagine social: non aspettate di trovare nelle vostre città un banchetto che raccolga le firme su moduli cartacei: i banchetti costano molto, in termini di lavoro dei nostri volontari, tempo e difficoltà burocratiche, mentre la propaganda di questo appello via rete può avvantaggiarsi dell'"effetto valanga"

Per l'"effetto valanga" bisogna tener presenti due cose:

1) l'effetto valanga può verificarsi o non verificarsi, dipende dal tasso di condivisione del messaggio, ma in entrambi i casi all'inizio è molto piccolo, quasi invisibile. Non bisogna scoraggiarsi se a breve i ritorni, in termini di firme ottenute, saranno scarsi: potranno aumentare moltissimo in una o due settimane.

2) l'effetto valanga è grandemente favorito dalle condivisioni a lunga distanza; senza di esse, si rischia che il messaggio raggiunga più e più volte sempre lo stesso gruppo di persone. Sulla rete, la distanza non è quella geografica, facilmente superabile, ma la distanza fra interessi. E' necessario raggiungere non solo le persone con cui abbiamo affinità di visione politica, ma anche di altri interessi comuni, sportivi, culinari, artistici eccetera. Per questo, sui social, è importante condividere i post sui propri profili personali, non solo su pagine o gruppi dedicati alla difesa della Costituzione.

 

Firmate i quattro referendum antiRosatellum ideati da Felice Besostri sul sito del Comitato:

https://www.iovoglioscegliere.it/

versando i 2 euro richiesti e superando le difficoltà frapposte da uno Stato che continua a "violare il diritto di tutti i cittadini italiani di partecipare alla vita politica e al governo del Paese, senza ostacoli irragionevoli, attraverso i referendum e le leggi di iniziativa popolare". 

Parola del Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, il 29 novembre 2019.



giovedì 6 giugno 2024

Perché i "referendum Besostri": chiara esposizione di Daniele Dovenna

 


Un anno fa, ritrovandoci qui per il 2 giugno, abbiamo parlato dei tentativi di dare un volto diverso a questa Repubblica, tentativi che hanno preso nuovo vigore con l'avvento del governo Meloni.

Ma che non sono il segno distintivo di questo governo di destra e nemmeno solo dei governi di destra.

 

Oggi questi tentativi, rispetto a un anno orsono, sono progrediti, vedono il traguardo di un' approvazione parlamentare e costituiscono quindi un pericolo ancora più incombente e attuale.

 

Ma esiste il macigno di un'altra, enorme, questione a cui gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra hanno dato, negli ultimi vent'anni e più, una soluzione profondamente sbagliata, quella della rappresentanza politica e parlamentare e quindi delle leggi elettorali.

Leggi elettorali che sono state dichiarate parzialmente incostituzionali dalla Corte Costituzionale, grazie all'opera dell' avvocato Felice Besostri, recentemente scomparso, al quale va il nostro deferente ricordo, che ha curato innumerevoli ricorsi davanti ai tribunali ordinari e poi alla Corte Costituzionale.

Nel 2018 e nel 2022, alle elezioni di Camera e Senato abbiamo votato con la legge denominata Rosatellum. Una legge confezionata dal Partito Democratico e votata in Parlamento e che non ha tenuto conto dei rilievi della Corte Costituzionale, introducendo anzi ulteriori elementi di incostituzionalità, che i comitati creatisi a tutela della rappresentanza parlamentare e popolare, insieme all'avvocato Besostri hanno sollevato.

Con le dichiarazioni presentate ai seggi al momento del voto, con ricorsi fatti alle giunte per le elezioni di Camera e Senato, con ricorsi fatti a diversi Tribunali nel paese, affinchè rimettessero nuovamente davanti alla Corte Costituzionale la questione di costituzionalità su alcune parti del Rosatellum.


I tempi necessari perchè i Tribunali emettano le loro ordinanze sono lunghi e noi rischiamo di andare a votare, ancora una volta, con una legge incostituzionale. Anche qualora il governo Meloni giungesse a scadenza naturale, nel 2027.


Ma con l' ulteriore, incombente, pericolo, che anche qualora non dovesse passare la riforma costituzionale del cosiddetto “premierato”, cioè l'elezione diretta del Presidente del Consiglio, chiunque, e quindi anche questa destra, vinca le elezioni, grazie alla legge elettorale Rosatellum, potrebbe ottenere un premio di maggioranza, rispetto alla percentuale di voti ottenuta, ben oltre il 50% più 1 dei seggi, e giungere persino ai 2/3 dei seggi.

E quindi avere in Parlamento una maggioranza tale da poter imporre qualsiasi riforma costituzionale, qualsiasi Presidente della Repubblica, determinare in misura decisiva la composizione della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura.


Non è rimasto quindi a Besostri e agli altri giuristi e volontari militanti che lo hanno affiancato, che scegliere la via del referendum abrogativo, e quindi una proposta di eliminazione chirurgica degli aspetti più evidentemente incostituzionali del Rosatellum, in modo che risulti una legge, applicabile, ma purificata dei suoi aspetti incostituzionali.

Si è quindi costituito un comitato referendario che ha individuato quattro quesiti referendari sul Rosatellum:

 


  1. abolizione del voto congiunto tra quota proporzionale e uninominale, che fa si che l'elettore non possa votare per un candidato che riscuote la sua fiducia nell'uninominale e votare una lista di diverso orientamento politico nel proporzionale, facendo così venir meno il “voto libero” previsto dall'art. 48 della Costituzione;

  2. eliminazione delle soglie di accesso al Parlamento , 3% dei voti per le liste singole e 10% per le coalizioni, che fanno si che centinaia di migliaia e,potenzialmente, milioni di elettori, non trovino affermata in una rappresentanza parlamentare, la loro volontà politico elettorale, facendo venir meno l'altra previsione dell'art. 48, il “voto eguale”;

  3. eliminazione dell'esenzione dalla raccolta di firme per presentarsi alle elezioni, per i partiti già presenti in Parlamento, vera condizione discriminatoria tra partiti e quindi, indirettamente, tra elettori;

  4. eliminazione della possibilità di candidarsi in più collegi, vera esplicitazione del comando delle segreterie dei partiti, nella definizione delle candidature, in presenza di liste che sono bloccate cioè dell'impossibilità per l'elettore di esprimere preferenze.

 

Alla raccolta di firme per i quesiti abrogativi così descritti, se ne affiancherà una per una legge di iniziativa popolare, che ripristini l'opportunità per l'elettore di esprimere delle preferenze, consentendogli di scegliere i candidati che riscuotono il suo consenso, affermando così, ancora una volta il principio del “voto libero”.

venerdì 17 maggio 2024

Comunicato stampa della Presidente del Comitato Promotore dei Referendum Besostri

 


AGI0514 3 POL 0 R01 /

Legge elettorale: Trenta (Corera), segnali su criticita' democratica = (AGI) - Roma, 17 mag. -

"La decisione della Corte Europea dei Diritti Umani di dichiarare ammissibile, peraltro con una rapidita' inusuale, il ricorso promosso contro la legge elettorale italiana, e' un ulteriore conferma della criticita' democratica del 'Rosatellum'.

Dopo gli innumerevoli ricorsi, istanze, petizioni, promosse dal compianto Felice Besostri, insieme ad altri giuristi, nessuna delle quali ha ottenuto neanche un cenno di risposta dalle istituzioni, il Comitato referendario per la rappresentanza (Corera) ha depositato in Cassazione le firme per quattro quesiti referendari per modificare l'attuale legge elettorale al fine di consentire, nei limiti dello strumento referendario, di promuovere la vera partecipazione dei cittadini, riconsegnando loro la possibilita' di scegliere i propri rappresentanti.

La Corte di Strasburgo recepisce un motivo di ricorso che e' esattamente uno dei quesiti oggetto di richiesta di referendum, vale a dire l'abrogazione del voto congiunto obbligatorio tra collegio uninominale e collegio plurinominale.

Tale condizione di voto lede gravemente la liberta' di scelta dell'elettore e rende il voto diseguale. Infatti, il candidato eletto nel collegio uninominale rappresenta un regalo dato alla lista o coalizione di liste che nel collegio plurinominale prende piu' voti. Ci auguriamo che la sicurezza espressa da Palazzo Chigi in queste ore sulla 'infondatezza' del ricorso verra' smentita dal suo iter".

Lo afferma Elisabetta Trenta, presidente del Corera, che ha depositato in Cassazione quattro quesiti referendari contro il Rosatellum. Il Comitato, che vede la presenza di Giorgio Benvenuto come presidente d'onore, oltre a Sergio Bagnasco, Raffaele Bonanni, Vincenzo Palumbo, da qualche giorno ha ricevuto l'adesione anche di Marco Cappato.

(AGI)com/Ser 171627 MAG 24

martedì 14 maggio 2024

Liliana Segre: ricordo di Besostri e forte e netta bocciatura del disegno di legge Casellati sull'elezione diretta del PdC

 Ecco cosa ha detto la Senatrice Segre nell'udienza di oggi, 14 maggio 2024:


Foto tratta da La Repubblica

Signor Presidente, Care Colleghe, Cari Colleghi, continuo a ritenere che riformare la Costituzione non sia una vera necessità del nostro Paese. E le drastiche bocciature che gli elettori espressero nei referendum costituzionali del 2006 e del 2016 lasciano supporre che il mio convincimento non sia poi così singolare.

Continuo anche a ritenere che occorrerebbe impegnarsi per attuare la Costituzione esistente. E innanzitutto per rispettarla. Confesso, ad esempio, che mi stupisce che gli eletti dal popolo – di ogni colore – non reagiscano al sistematico e inveterato abuso della potestà legislativa da parte dei Governi, in casi che non hanno nulla di straordinariamente necessario e urgente.

Ed a maggior ragione mi colpisce il fatto che oggi, di fronte alla palese mortificazione del potere legislativo, si proponga invece di riformare la Carta per rafforzare il già debordante potere esecutivo.

In ogni caso, se proprio si vuole riformare, occorre farlo con estrema attenzione. Il legislatore che si fa costituente è chiamato a cimentarsi in un’impresa ardua: elevarsi, librarsi al di sopra di tutto ciò che – per usare le parole del Leopardi – “dall’ultimo orizzonte il guardo esclude”. Sollevarsi dunque idealmente tanto in alto da perdere di vista l’equilibrio politico dell’oggi, le convenienze, le discipline di partito, tutto ciò che sta nella realtà contingente, per tentare di scrutare quell’ “Infinito” nel quale devono collocarsi le Costituzioni. Solo da quest’altezza si potrà vedere come meglio garantire una convivenza libera e sicura ai cittadini di domani, anche in scenari ignoti e imprevedibili.

Dunque occorrono, non prove di forza o sperimentazioni temerarie, ma generosità, lungimiranza, grande cultura costituzionale e rispetto scrupoloso del principio di precauzione. Non dubito delle buone intenzioni dell’amica Elisabetta Casellati, alla quale posso solo esprimere gratitudine per la vicinanza che mi ha sempre dimostrato. Poiché però, a mio giudizio, il disegno di riforma costituzionale proposto dal governopresenta vari aspetti allarmanti, non posso e non voglio tacere.

Il tentativo di forzare un sistema di democrazia parlamentare introducendo l’elezione diretta del capo del governo, che è tipica dei sistemi presidenziali, comporta, a mio avviso, due rischi opposti.

Il primo è quello di produrre una stabilità fittizia, nella quale un presidente del consiglio cementato dall’elezione diretta deve convivere con un parlamento riottoso, in un clima di conflittualità istituzionale senza uscita. Il secondo è il rischio di produrre un’abnorme lesione della rappresentatività del parlamento, ove si pretenda di creare a qualunque costo una maggioranza al servizio del Presidente eletto, attraverso artifici maggioritari tali da stravolgere al di là di ogni ragionevolezza le libere scelte del corpo elettorale.

La proposta governativa è tale da non scongiurare il primo rischio (penso a coalizioni eterogenee messe insieme pur di prevalere) e da esporci con altissima probabilità al secondo. Infatti, l’inedito inserimento in Costituzione della prescrizione di una legge elettorale che deve tassativamente garantire, sempre, mediante un premio, una maggioranza dei seggi a sostegno del capo del governo, fa sì che nessuna legge ordinaria potrà mai prevedere una soglia minima al di sotto della quale il premio non venga assegnato.

Paradossalmente, con una simile previsione la legge Acerbo del 1923 sarebbe risultata incostituzionale perché troppo democratica, visto che l’attribuzione del premio non scattava qualora nessuno avesse raggiunto la soglia del 25%. Trattando questa materia è inevitabile ricordare l’Avvocato Felice Besostri, scomparso all’inizio di quest’anno, che fece della difesa del diritto degli elettori di poter votare secondo Costituzione la battaglia della vita. Per ben due volte la Corte Costituzionale gli ha dato ragione, cassando prima il Porcellum e poi l’Italicum perché lesivi del principio dell’uguaglianza del voto, scolpito nell’art. 48 della Costituzione. E dunque, mi chiedo, come è possibile perseverare nell’errore, creando per la terza volta una legge elettorale destinata a produrre quella stessa “illimitata compressione della rappresentatività dell’assemblea parlamentare” ?

Ulteriore motivo di allarme è provocato dal drastico declassamento che la riforma produce a danno del Presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato infatti non solo viene privato di alcune fondamentali prerogative, ma sarebbe fatalmente costretto a guardare dal basso in alto un Presidente del Consiglio forte di una diretta investitura popolare.

E la preoccupazione aumenta per il fatto che anche la carica di Presidente della Repubblica può rientrare nel bottino che il partito o la coalizione che vince le elezioni politiche ottiene, in un colpo solo, grazie al premio di maggioranza.

Anzi, è addirittura verosimile che, in caso di scadenza del settennato posteriore alla competizione elettorale, le coalizioni possano essere indotte a presentare un ticket, con il n° 1 candidato a fare il capo del governo ed il n° 2 candidato a insediarsi al Quirinale, avendo la certezza matematica che – sia pure dopo il sesto scrutinio (stando all’emendamento del Sen. Borghi) – la maggioranza avrà i numeri per conquistare successivamente anche il Colle più alto. Ciò significa che il partito o la coalizione vincente – che come si è visto potrebbe essere espressione di una porzione anche assai ridotta dell’elettorato (nel caso in cui competessero tre o quattro coalizioni, come è già avvenuto in un recente passato) – sarebbe in grado di conquistare in un unico appuntamento elettorale il Presidente del Consiglio e il governo, la maggioranza assoluta dei senatori e dei deputati, il Presidente della Repubblica e, di conseguenza, anche il controllo della Corte Costituzionale e degli altri organismi di garanzia. Il tutto sotto il dominio assoluto di un capo del governo dotato di fatto di un potere di vita e di morte sul Parlamento.

Nessun sistema presidenziale o semi-presidenziale consentirebbe una siffatta concentrazione del potere; anzi, l’autonomia del Parlamento in quei modelli è tutelata al massimo grado. Non è dunque possibile ravvisare nella deviazione dal programma elettorale della coalizione di governo – che proponeva il presidenzialismo – un gesto di buona volontà verso una più ampia condivisione. Al contrario, siamo di fronte ad uno stravolgimento ancora più profondo e che ci espone a pericoli ancora maggiori. Aggiungo che il motivo ispiratore di questa scelta avventurosa non è facilmente comprensibile, perché sia l’obiettivo di aumentare la stabilità dei governi sia quello di far eleggere direttamente l’esecutivo si potevano perseguire adottando strumenti e modelli ampiamente sperimentati nelle democrazie occidentali, che non ci esporrebbero a regressioni e squilibri paragonabili a quelli connessi al cosiddetto “premierato”. Non tutto può essere sacrificato in nome dello slogan “scegliete voi il capo del governo!” Anche le tribù della preistoria avevano un capo, ma solo le democrazie costituzionali hanno separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti, cioè gli argini per evitare di ricadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le Costituzioni sono nate.

giovedì 18 aprile 2024

Composizione del Comitato Promotore del Referendum

 

COMUNICATO STAMPA

COSTITUITO IL COMITATO REFERENDARIO CONTRO IL ROSATELUM

Roma, 18 aprile 2024

Si è costituito il 17 aprile, presso lo Studio Notarile Fanfani-Pellegrino di Roma, il Comitato promotore del referendum per l’abrogazione parziale delle attuali leggi elettorali per la Camera e per il Senato, il cosiddetto Rosatellum.

Ne dà notizia l’ex senatore liberale Enzo Palumbo che, con Paolo Antonio Amadio e Sergio Bagnasco e in sinergia col compianto sen. Carlo Felice Besostri, ha curato la stesura dei quesiti referendari

Il comitato promotore è presieduto da Elisabetta Trenta, presidente d’onore è Giorgio Benvenuto, la vicepresidenza è affidata a Vincenzo Palumbo, Raffaele Bonanni, Sergio Bagnasco. La segreteria organizzativa è affidata a Riccardo Mastrolillo, Luigi Spanu e Thomas Agnoli. Il tesoriere è Pietro Morace.

Tra i numerosi componenti, Enzo Paolini, Marco Cappato, Nella Toscano, Paolo Antonio Amadio, Nicola Bono, Erminia Mazzoni, Mario Walter Mauro, Francesco Campanella, Mauro Vaiani, Matteo Emanuele Maino.

 

Martedì 23 aprile, alle ore 17:30, presso la sala stampa di Montecitorio, i promotori del referendum presenteranno agli organi d’informazione i quesiti referendari e la campagna per la raccolta delle firme.


L’ufficio Stampa del Comitato Referendario Per La Rappresentanza

Per info e contatti

info@iovoglioscegliere.it

3489044343

Si costituisce il Comitato referendario contro il "Rosatellum"

 
COMITATO REFERENDARIO PER LA RAPPRESENTANZA

COMUNICATO STAMPA



SI COSTITUISCE IL COMITATO REFERENDARIO CONTRO IL ROSATELLUM

Roma, 17 aprile 2024

Si costituisce oggi, presso lo Studio Notarile Fanfani-Pellegrino di Roma, il Comitato promotore del referendum per l’abrogazione parziale delle attuali leggi elettorali per la Camera e per il Senato, il cosiddetto Rosatellum.

Ne dà notizia l’ex senatore liberale Enzo Palumbo che, con Paolo Antonio Amadio e Sergio Bagnasco e in sinergia col compianto sen. Carlo Felice Besostri, ha curato la stesura dei quesiti referendari.

Martedì 23 aprile, alle ore 17:30, presso la sala stampa di Montecitorio, i promotori del referendum presenteranno agli organi d’informazione i quesiti referendari e la campagna per la raccolta delle firme.



L’ufficio Stampa del Comitato Referendario Per La Rappresentanza

martedì 20 febbraio 2024

Perché OGGI un referendum sulla legge elettorale

 Articolo in pdf scaricabile da QUI

 

Perché OGGI un referendum sulla legge elettorale

L’attuale legge elettorale, nota con il nomignolo Rosatellum, dal nome del suo ideatore, Ettore Rosato, è stata approvata nel 2017.

Il Parlamento che approvò il Rosatellum, con ben 8 voti di fiducia, fu l’ultimo dei tre parlamenti eletti con il cosiddetto Porcellum, che la Corte Costituzionale ha giudicato incostituzionale in più punti. 


Sin dal 2017 iniziarono i tentativi di ottenere un giudizio d’incostituzionalità sulla nuova legge elettorale.

sabato 10 febbraio 2024

Per un referendum abrogativo del “Rosatellum”

 con preghiera di diffondere fra tutti e tutte coloro che potrebbero darci una mano


Qualunque sia l’esito della riforma costituzionale promossa dal governo Meloni (riforma che prevede l’elezione diretta del Presidente del Consiglio a cui sarebbe garantita la maggioranza assoluta del parlamento) è necessario che il prossimo parlamento sia eletto con una legge elettorale che non replichi gli aspetti incostituzionali presenti nella legge attuale.

Purtroppo, a causa dell'inerzia parlamentare, avere una nuova legge elettorale, conforme ai principi costituzionali, è possibile solo con referendum abrogativo.

Non resta, quindi, che utilizzare lo strumento del referendum abrogativo per cancellare dal "Rosatellum" gli elementi incostituzionali che impediscono l’esercizio di un voto libero, personale, diretto.

In questo modo,

  • nel caso la riforma costituzionale dovesse essere approvata definitivamente, si potranno mettere dei "paletti" per una nuova legge elettorale che non replichi gli attuali vizi d'incostituzionalità;

  • nell'auspicato caso che la riforma costituzionale sia respinta, ci garantiremmo la possibilità di non tornare a votare col Rosatellum.

I quesiti referendari sono ormai in dirittura d’arrivo e vogliamo che le firme siano raccolte entro l’estate affinché il referendum si possa svolgere entro la primavera 2025.

A tal fine, dobbiamo in breve tempo costituire tanti comitati locali per organizzare le necessarie attività.

Pertanto, invitiamo chiunque voglia collaborare a partecipare alla prossima delle riunioni che teniamo ogni lunedì alle 18:00, collegandosi al seguente link:


https://us06web.zoom.us/j/81868320780?pwd=kak3Pb8fdTgdon2BZpF8qyUiBsGLu5.1

ID riunione: 818 6832 0780
Codice d’accesso: CDC

Cortesemente, per ragioni tecniche, annunciate la vostra partecipazione.

Alleghiamo un breve documento politico che spiega le ragioni del referendum per modificare la vigente legge elettorale. Il documento si può scaricare in pdf da QUI.

Con l'augurio di poterne discutere presto insieme, inviamo i più cordiali saluti



Per la Rappresentanza <perlarappresentanza@gmail.com>

https://coordinamentoperlarappresentanza.blogspot.com/


Comitato per la rappresentanza e contro il rosatellum
in continuità e ricordo di Felice Carlo Besostri

venerdì 9 febbraio 2024

Un Referendum per cambiare la legge elettorale e restituire centralità e rappresentatività al Parlamento

 Questo testo si può scaricare in pdf da QUI


Scelte politiche che arrivano da lontano sono ormai sfuggite di mano alle maggiori forze politiche parlamentari col risultato che la spasmodica ricerca della stabilità di governo ha condotto alla fine della rappresentatività del Parlamento e con essa è stata azzerata la democrazia rappresentativa.

Non possiamo restare inerti! Possiamo ancora fermarci e imboccare la via maestra, indicata dalla Costituzione nata dall’Antifascismo e dalla Resistenza, che impone il dovere inderogabile della solidarietà politica, economica e sociale, all’interno di una democrazia rappresentativa basata sulla centralità del Parlamento.


Dagli inizi degli anni novanta del secolo scorso il mondo politico ha scelto di sacrificare la rappresentatività del Parlamento per inseguire la cosiddetta “governabilità”. Il sacrificio della rappresentatività del Parlamento è giunto a un tale livello d’irragionevolezza da essere sanzionato dalla Corte costituzionale. L’attuale sistema elettorale, noto come rosatellum, replica aspetti d’incostituzionalità del famigerato porcellum! In breve, per riprendere le parole della Corte costituzionale (sentenza n.1/2014), alla totalità degli eletti manca il sostegno diretto degli elettori perché i partiti si sono sostituiti agli elettori nella scelta di coloro che dovrebbero rappresentare gli elettori.

martedì 16 gennaio 2024

16 gennaio 2024, presidio contro il ddl Calderoli sull' AD

 


Vista d'insieme

 

 
 

   


 Gli oratori

Introduzione di Daniele Dovenna, rappresentante del CdC Trieste nel Tavolo No AD

Dianella Pez, del Tavolo No Ad FVG

Furio Honsell, consigliere regionale di Open Sinistra FVG

Alessandra Richetti, consigliera comunale M5S

Riccardo Laterza, capogruppo in consiglio comunale Adesso Trieste

Serena Pellegrino, consigliera regionale di Alleanza Verdi Sinistra

Sabrina Morena, vice segretaria Partito Democratico Trieste

Adriano Sincovich, Coordinamento triestino per la sanità pubblica

Gianluca Paciucci, segretario del Partito della Rifondazione Comunista SE Trieste


Lino Santoro, Legambiente

Silvia Di Fonzo, Potere al popolo Unione popolare Trieste

Pierpaolo Brovedani, Comitato a difesa della Costituzione Trieste

Fabio Vallon, Presidente ANPI Trieste

Piergiorgio Gori, Segretario organizzativo CGIL Trieste



domenica 14 gennaio 2024

Il ricordo di Felice Besostri della figlia Nathalie

Questo saluto a Felice Besostri, mio padre, non può che iniziare con il ringraziamento a tutti i presenti oggi, oltre a coloro che hanno avuto la possibilità e la volontà di stargli accanto in queste ultime e difficili settimane: siete tutti parte del tessuto che ha costituito i suoi giorni, ed è bello pensare che in ciascuno vi sia una traccia del contatto con lui, sicché invece di morire, si moltiplica nella pluralità di punti di vista ed esperienze.

 


Muore l’uomo, non l'idea, è la frase che la sua famiglia ha scelto per rappresentarlo da un punto di vista ideologico, ma anche affettivo. Si tratta infatti della rielaborazione di un verso della canzone "Povero Matteotti", che mio padre cantava durante i tragitti in auto che superavano la mezz'ora di viaggio, quando ero bambina.
Il testo originale recita:

“E mentre che moriva
morendo lui dicea:
"Voi uccidete l'uomo
ma non la sua idea."

Anche la conclusione di questo testo sembra perfetta per parlare di mio papà, con le dovute differenze:

"E mentre che moriva,
con tutto il suo eroismo
gridava forte forte:
"Evviva il Socialismo!"

Mio padre è stato un uomo di pensiero, con tutto il valore che questo ha nonostante il contemporaneo richiamo al fare. Che poi, quando faceva, faceva in grande.
Era trascinato da una passione impetuosa che al tempo stesso lo schiacciava: non poteva che fare come faceva, che essere come era.
Il suo sguardo perennemente rivolto lontano, alla democrazia, ai diritti, alla giustizia, mancava talvolta di riconoscere cose vicine: perfettamente orientato nelle idee e nello spazio geografico, si smarriva davanti a un frigorifero o un armadio aperti, giurando che la tale cosa proprio non fosse presente negli stessi.
Perdeva chiavi, portafogli, telefoni: tutto ciò che gli serviva per il qui ed ora, ma non è mai rimasto senza le coordinate che identificano i valori in cui credeva, fortissimamente.
Sebbene si lamentasse del suo isolamento, il suo auto collocarsi nella minoranza della minoranza della minoranza gli dava soddisfazione, rendendo la solitudine più eroica l' impresa.Queste settimane hanno mostrato con tutta evidenza che questa solitudine è solo parziale: moltissime sono le persone che ne condividono priorità e battaglie, che possono e devono proseguirne l'opera, di cui è stato rappresentante, non proprietario.
Mio padre era sempre in cerca di qualcosa e questo guidava la sua esistenza, portandolo ai quattro angoli del globo per le ragioni più disparate, tra cui diversi soggiorni linguistici, di cui l'ultimo due estati fa, in Lituania per imparare il russo ("sono lo studente più bravo", mi aveva detto al telefono dopo qualche giorno di lezione, "ma non sono più quello di una volta", aveva aggiunto).
La sua vocazione internazionale, lo aveva portato in prima linea nel supportare gli esuli sudamericani. Proprio ieri, tramite Roberto Biscardini, è arrivato il saluto di Fredy Cancino, che leggo.

SALUTO ALLA MEMORIA DI FELICE BESOSTRI
Dal Cile vorrei fare un saluto alla memoria del compagno Besostri. Per noi, esuli socialisti in Lombardia, la sua figura, la sua amicizia espressa subito dopo il golpe del dittatore Pinochet, fu uno dei momenti in cui ci siamo resi conto che non eravamo soli nella tragedia di aver perso la nostra democrazia, la nostra libertà e i sogni di costruire una strada diversa e originale verso un socialismo lontano dai modelli del chiamato “real socialismo” che allora imperversava nel mondo.
La solidarietà del popolo italiano fu Immensa e commovente.
In queste parole vorrei però sottolineare specialmente l'azione permanente del PSI nel sostenere, in tanti modi, la lotta dove, dall'altra parte del mondo, altri socialisti lottavano per la democrazia e per la propria e degna libertà. Noi, che andammo in esilio in Lombardia, avemmo la fortuna d'incontrare e stringere amici socialisti i cui nomi ci accompagnano ancora oggi, come quello di Felice Besostri.
Con Felice non ci univano solo gli ideali comuni, era anche un amico, l'interlocutore di tante conversazioni in cui abbiamo potuto apprezzare la sua grande intelligenza e cultura; e anche momenti in cui abbiamo condiviso una tavola e una serena allegria.
Di quegli episodi ricorderò sempre le vecchie canzoni anarchiche che cantava con voce emozionata: senz’altro c’era la vena libertaria e atavica che pulsa in ogni socialista.
Da lui e dal socialismo italiano ho portato in Cile esempi di coerenza umana e politica, idee e cultura che hanno forgiato il mio attuale essere socialista e che ho trasmesso nella mia azione politica e di partito.
In questo saluto e in questa profonda gratitudine alla sua figura e alla sua memoria, sono certo d'interpretare il sentimento di tanti cileni che sono stati accolti in Italia e a Milano. E concludo dicendo, sperando che da qualche parte lui mi senta: dormi bene caro compagno Besostri, hai fatto una buona vita.
Fredy Cancino, Santiago, gennaio 2023
 
È vero, ha fatto una buona vita. Una vita che gli ha permesso di soddisfare il desiderio più grande, quello di conoscere, sapere e capire profondamente il funzionamento di ciò che rientrava nel suo campo di interesse.
Era interessato al diritto e alla storia.
Era interessato al risotto; orgoglioso membro della Confraternita a questo dedicata e, come tale, dotato di una sgargiante mantella rossa con collare puntellato di spillette.

Mio padre è stato un uomo litigioso e sgarbato alle volte e, senza il bisogno di intenderla come una compensazione, disponibile e generoso, divertente e piacevole.
Il suo impegno politico lo ha tenuto spesso lontano da casa, ma ricordo un'infanzia fatta di una moltitudine di momenti insieme e una vita a sentirlo presente e pronto ad accorrere in mio aiuto:
"Lo chiedo a mio padre" è stata una costante della mia esistenza e non tanto in relazione a esigenze materiali, quanto piuttosto a contenuti di conoscenza, modalità per risolvere questo o quel problema.
"Mio papà sa tutto": è una frase che di certo ho pronunciato più di una volta in vita mia.
Quello che ricevo, come preziosa eredità, è la necessità di assumersi le responsabilità, proprie certo, ma sempre considerando che l'orizzonte non è singolare, bensì comunitario.
Talvolta, in famiglia veniva contestato su questo punto: “ti interessi di umanità e poi tratti male le persone in carne e ossa!”
Lui non ribatteva in modo deciso, piuttosto negava o borbottava che si trattava di due discorsi diversi.
Era molto insensibile all'ingiustizia percepita e non mancava di farlo presente con toni più che decisi.
Il fatto che tante persone abbiano saputo far fronte e in qualche modo accogliere i suoi tratti più burrascosi, fa pensare al fatto che quelle stesse persone abbiano reputato di maggiore considerazione altri aspetti della sua presenza.
La volontà di sapere, lo portava a conoscenze dettagliate che andavano a costituire le fondamenta delle sue argomentazioni, a sostegno o a demolizione di una tesi o di una scelta relativa all’ambito pubblico.
È importante specificarlo, perché mai da mio padre ho sentito giudizi relativi alla vita privata delle persone, e non si tratta tanto di affermare o meno che sia un merito, piuttosto di mostrare ancora quanto la sua prospettiva sulle cose riguardasse il generale molto più del particolare.
Convivevano in lui anarchia e rigore: impossibile costringerlo in un metodo, lavorava sulla base di exploit creativi, che allo stesso tempo si strutturavano a partire da un accuratissimolavoro di ricerca.
Tra un'ondata e l'altra capitava che vagasse torvo e, interrogato sulle sue condizioni, rispondesse: "sto covando".
Non poteva non fare le cose che fatto, non potendo non essere la persona che era, e questa identità è arrivata intatta alle sue ultime ore.
Nonostante la repentinità di questo distacco, uno sguardo retrospettivo fa pensare che lui lo preparasse da tempo.
Quasi un paio di anni fa, mi comunicò di aver deciso dove essere salutato post mortem, dopo aver visto una pubblicità: le Onoranze funebri Turati... "cioè capisci, si chiamano Turati e sono in via Bauer... e poi hanno una capretta!".
L'entusiasmo era equamente diviso per questi tre soggetti.
In quella stessa occasione manifestò l'intenzione, camuffata sotto la forma di richiesta di consiglio, di domandare alle persone che più stimava di scrivere un testo che lo riguardasse, adottando la prospettiva della di lui morte: "perché se poi io sono morto come faccio a sapere cosa pensano di me?".
La mia risposta non gli aveva lasciato margini di manovra.
Eppure, oltre alle onoranze Turati, ha ottenuto anche questo: ha potuto leggere prima e ascoltare poi decine di messaggi contenenti attestati di stima, privi di falsa retorica e densi di autentica vicinanza.
Mi sembra quindi doveroso concludere questo ricordo con le parole di incoraggiamento e ringraziamento dell’avv. Michele Ricciardi, sentite le quali mio padre stette qualche istante in silenzio per poi dire "questo bisogna mandarlo in giro". E così viene fatto:

"Ciao Felice.
Ti auguro ogni bene per il 2024.
Guarisci presto. Sei importante per me, quindi bada a te stesso.
Mi sono ripromesso di tornare davanti alla Corte Costituzionale per il Rosatellum, e senza di Te sarei un pesce fuor d'acqua.
Mi è venuto in mente che non Ti ho mai raccontato di mio Nonno e di mio Padre.
Mio Nonno era avvocato e anche insegnate di filosofia in un liceo. Un giorno vennero i fascisti e, come a tutti i dipendenti pubblici, gli chiesero di giurare fedeltà al regime. Mio Nonno rispose: "No, no. Io sono avvocato e devo poter difendere il mio cliente come meglio ritengo. Perciò, per essere fedele al mio mandato, non giuro fedeltà a nessuno."
Anche Papà era avvocato, penalista.Nel 1978 erano iniziati i processi alle Brigate Rosse e quelle, per combattere lo Stato, sistematicamente ricusavano i difensori. Molti erano minacciati e i processi non partivano.
L'Avvocato Fulvio Croce, di Torino, non rifiutò l'incarico d'ufficio e lo uccisero. Pochi mesi dopo iniziò un processo a Franceschini ed altri brigatisti a Perugia. Anche qui le BR minacciarono di morte i difensori d'ufficio. Il Presidente del Tribunale chiamò il Presidente dell'Ordine e gli chiese di risolvere il problema. E così tutti i consiglieri dell'Ordine furono precettati, anche mio Padre. Visse sotto scorta per tutto il processo e riuscì anche a far assolvere Franceschini da qualche capo di imputazione.
Mi raccontò poi che alla prima udienza le minacce dei brigatisti erano assordanti, ma lui gli si rivolse dicendo che lui stava lì a fare il suo dovere di difenderli e che non poteva evitarlo, perciò, disse: "Urlate pure, io da questo orecchio non ci sento". E, mi disse poi: "Credimi, non li ho proprio sentiti!"
Le toghe del Nonno e di Papà erano nere, ma nella mia immaginazione di sedicenne rilucevano d'argento, come le armature dei cavalieri senza macchia e senza paura.
Anche la mia toga è stata nera per tanti anni, poi sei arrivato Tu, mi hai portato davanti alla Corte Costituzionale a difendere il diritto di voto degli Italiani e mentre ero seduto al Tuo fianco, mentre parlavi, la Tua toga ha iniziato a brillare di luce propria e mi è sembrato che anche la mia iniziasse a riflettere lampi d'argento.
Grazie, grazie, grazie, anche a nome di tutta l'Avvocatura italiana.
E grazie anche a nome del Popolo Sovrano.