COMUNICATO STAMPA
Si
è svolta stamattina alle ore 10.30 presso la sede provinciale di
Trieste la conferenza stampa dell’ANPI-VZPI assieme al
Comitato referendario per il no alla riforma del Senato e per il sì
alla correzione della legge elettorale “Italicum”, che si
inserisce nella campagna già avviata in tutta Italia volta ad
informare sulla valenza del referendum istituzionale e sulla
partecipazione diretta dei cittadini alle scelte che determineranno
il futuro della Repubblica Italiana.
“a
fronte dell’incomprensibile oscuramento sui principali organi di
informazione delle ragioni di chi si oppone a tale riforma - ha
affermato Fabio Vallon, presidente provinciale dell’ANPI-VZPI – è
necessaria una mobilitazione di tutti e di tutte per firmare, nel
prossimo fine settimana ai banchetti che si stanno organizzando in
città ed in provincia, le richieste referendarie. Occorre che la
gente sia informata correttamente, e la prima occasione per farlo è
venire ai banchetti, dove i cittadini e le cittadine troveranno tutte
le informazioni necessarie.”
“Opporsi
ad una riforma costituzionale che riduce i poteri degli elettori non
significa di per sé essere contrari ad ogni possibile modifica della
carta costituzionale. Noi intendiamo la nostra costituzione come una
cosa viva, e come tutte le cose vive non solo può, ma anzi deve,
modificarsi ed adattarsi nel tempo, per rigenerarsi, per poter
effettivamente rispondere ai bisogni, per potersi realmente
concretizzare ed attuare. Ma questa riforma è una riforma per
riduzione, non per ampliamento” – ha proseguito Vallon.
L’Anpi-Vzpi condivide, con larghi
settori della società, una grande preoccupazione rispetto alla
manomissione in particolare di due principi fondamentali della
Costituzione: il bilanciamento dei poteri e il diritto di
rappresentanza dei cittadini in Parlamento.
Come
ANPI VZPI, abbiamo a cuore la Costituzione nata dalla Resistenza, la
sua attuazione, la sua applicazione, la sua salute. Non ci
interessano né le sorti del governo, né tantomeno quelle del
Presidente dei Consiglio dei Ministri o di questo o quel ministro. Il
combinato disposto della nuova legge elettorale e il finto
monocameralismo derivante dall’avere un senato dalle dubbie
competenze ad elezione indiretta, o di secondo grado, produce di
fatto solo la riduzione del potere di controllo sull’operato degli
eletti e la riduzione se non addirittura l’impossibilità della
scelta dei parlamentari. E lo si fa usando come scusante la velocità
decisionale che però va a discapito dei diritti di parola, di
scelta, di consultazione. Una riforma che prevede che il partito che
vince le elezioni ha in mano il Parlamento, il Governo, la Presidenza
della Repubblica, magari essendo di fatto in minoranza nel paese.
Questo è quello che critichiamo. Per questi motivi diciamo un
chiaro, forte, convinto, necessario, obbligatorio no alla riforma.
Trieste, 9 giugno
2016
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