venerdì 29 aprile alle ore 17 al Caffè San Marco
Moni Ovadia testimonial dei referendum sull’”Italicum” e del NO al referendum confermativo sulla riforma della Costituzione.
Moni Ovadia testimonial dei referendum sull’”Italicum” e del NO al referendum confermativo sulla riforma della Costituzione.
Anche
Moni Ovadia sostiene la
raccolta delle firme per i referendum sulla legge elettorale
“Italicum” e la campagna per il NO nel referendum confermativo
sulla riforma della Costituzione
(il disegno di legge Boschi-Renzi, approvato qualche giorno fa dal
Parlamento).
L’artista,
impegnato a Trieste nei prossimi giorni con lo spettacolo “Il
nostro Enzo – Ricordando Iannacci” al teatro Miela, parteciperà
venerdì 29 aprile alle ore
17 al Caffè San Marco ad
un incontro con i cittadini e la stampa: in quell'occasione apporrà anche la propria firma sotto alle richieste di referendum, cosa che non ha ancora avuto occasione di fare..
L’iniziativa
è promossa dal Comitato Difesa Costituzione di Trieste, che dai
primi di aprile sta raccogliendo le firme nell’ambito della
campagna nazionale per due quesiti referendari, con i quali si chiede
di abrogare le norme dell’”Italicum” (cioè la nuova legge
elettorale n. 52 del 2015). Si tratta in primo luogo della previsione
dei capilista “bloccati”,
cioè scelti dai capipartito, capilista che per inoltre potranno
essere candidati contemporaneamente in 10 collegi elettorali. In
secondo luogo, si chiede di abrogare la previsione di un abnorme
premio di maggioranza, che
consentirebbe anche ad una lista con soltanto il 25 per cento dei
voti, di ottenere il 55 per cento dei seggi alla Camera.
Insieme
alle modifiche costituzionali della riforma Boschi-Renzi,
l’”Italicum” permetterebbe di costruire un sistema politico in
cui il partito di maggioranza (anche assai relativa) nel Paese – ed
il suo leader – disporrebbero di un potere virtualmente illimitato,
finendo per controllare anche gli organismi di garanzia (Corte
Costituzionale, presidente della Repubblica, Consiglio Superiore
della Magistratura). Verrebbe meno così il delicato sistema di pesi
e contrappesi, che deve esistere in ogni sistema democratico, a
tutela dei diritti fondamentali dei cittadini.
“E’
chiaro – osserva il
Comitato Difesa Costituzione – il
disegno che mira a stravolgere l’architettura istituzionale del
sistema democratico, così come scritto nella Costituzione
repubblicana. Il tutto ad opera di un Governo espressione del
Parlamento eletto con il “Porcellum”, cioè la legge elettorale
“Calderoli”, dichiarata incostituzionale nel gennaio 2014. Legge
ora sostituita appunto dall’”Italicum”, che del Porcellum
riprende i contenuti fondamentali e più nefasti.”
“Va
difesa la Costituzione –
conclude il Comitato –
frutto della Resistenza e fondata sul principio secondo cui la
sovranità appartiene ai cittadini (e non ai capi dei partiti). Da
ciò deriva la necessità di raccogliere le 500 mila firme per indire
i referendum abrogativi sull’”Italicum” e di mobilitare i
cittadini per il NO al referendum sulla riforma costituzionale,
previsto per il prossimo ottobre.”
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