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giovedì 31 marzo 2016

Parte il 6 aprile in regione, con un’assemblea nella sala del CRAL alla Stazione Marittima di Trieste, la raccolta delle firme per i referendum contro l’”Italicum”.


Partirà mercoledì 6 aprile, in Friuli Venezia Giulia, la raccolta delle firme per i referendum contro l’”Italicum”.

L’inizio della raccolta, che nei giorni immediatamente successivi prenderà avvio anche in tutta Italia, sarà solennizzato con un’assemblea pubblica con inizio alle ore 17 presso la Stazione Marittima, Molo Bersaglieri - Sala CRAL (accesso sul lato sinistro).





Introdurrà l’assemblea Silvia Di Fonzo, alla quale seguirà l’intervento del prof. Mauro Barberis, giurista dell’Università di Trieste e presidente del Comitato Difesa Costituzione.

Barberis illustrerà i due quesiti referendari: il primo dei quali riguarda i capilista bloccati - eletti cioè senza preferenze - e le candidature plurime degli stessi (il che consente ai capipartito di nominare gran parte della futura Camera dei Deputati). Il secondo riguarda invece l’abnorme premio di maggioranza (che scatta al 40 per cento dei voti) ed il ballottaggio senza soglia tra i due partiti più votati: l’insieme di questi meccanismi permetterebbe anche ad un partito che al primo turno abbia meno del 25 per cento dei voti di controllare la Camera.

Queste sono le norme più pericolose della nuova legge elettorale, entrambe ispirate ad una concezione plebiscitaria del potere, che stravolge i principi della Costituzione, mettendo a rischio anche i fondamentali diritti di libertà dei cittadini.

Insieme alle modifiche della Carta Costituzionale - introdotte con il cosiddetto disegno di legge “Boschi” - alla nuova legislazione sul lavoro, a quella sulla scuola, alla “riforma” della RAI e della pubblica amministrazione, anche il cosiddetto “Italicum” porta il segno di una deriva autoritaria, che concentra il potere sul Governo e sul suo leader. E il leader domani potrebbe essere un esponente delle peggiori destre populiste e xenofobe, che già avanzano in molti Paesi europei.

La raccolta delle firme contro l’”Italicum” (ne serviranno almeno 500 mila entro i primi di luglio) è infatti strettamente legata alla campagna per il NO al referendum confermativo sulle modifiche costituzionali, che si terrà nel prossimo ottobre. Questa campagna vede già la mobilitazione di un ampio schieramento di forze sociali, culturali e politiche. Il Comitato Difesa Costituzione di Trieste è impegnato ovviamente anche su questo fronte.

Altre iniziative di informazione seguiranno l’assemblea del 6 aprile, mentre a partire da venerdì 9 aprile, le firme contro l’”Italicum” saranno raccolte anche ai gazebo che il Comitato collocherà nei punti strategici del centro di Trieste.

Iniziative per la raccolta delle firme si terranno naturalmente anche nelle altre Province della Regione.

Come sempre, i cittadini potranno firmare anche presso le segreterie del Comuni di residenza.

La conferenza stampa in cui il 4 aprile è stata presentata l'assemblea:
Click sulle immagini per ingrandirle








Nello spirito della difesa della Costituzione, infine si sottolinea l’importanza di votare domenica 17 aprile, nel referendum abrogativo sull’estrazione di petrolio e gas dal mare entro il limite delle 12 miglia dalla costa: indipendentemente dal voto che si esprimerà è fondamentale andare a votare, per difendere lo strumento stesso del referendum, l’unico veramente efficace che la Costituzione mette a disposizione dei cittadini per correggere le scelte errate del Governo e del Parlamento. Uno strumento che l’irresponsabile campagna astensionista, condotta da alcuni esponenti delle istituzione e del PD, tra cui Debora Serracchiani, tenta di svilire.





martedì 22 marzo 2016

Firma per le ragioni del No e per bloccare l'Italicum


L'appello che segue si puo' firmare QUI
(sia chiaro che così si firma solo l'APPELLO. Le firme per i referendum inizieremo a raccoglierle il 9 aprile).

Manca ormai solo il voto della Camera ad aprile per l'approvazione di una revisione costituzionale che riduce il Senato a un'assemblea non eletta dai cittadini e sottrae poteri alle Regioni per consegnarli al governo, mentre scompaiono le Province.
Potevano essere trovate altre soluzioni, equilibrate, di modifica dell’assetto istituzionale, ascoltando le osservazioni, le proposte, le critiche emerse perfino nel seno della maggioranza. Si è preferito forzare la mano creando un confuso pasticcio istituzionale, non privo di seri pericoli. La revisione sarà oggetto di referendum popolare nel prossimo autunno, ma la conoscenza in proposito è scarsissima. I cittadini, cui secondo Costituzione appartiene la sovranità, non sono mai stati coinvolti nella discussione. Domina la scena la voce del governo che ha voluto e dettato al Parlamento questa deformazione della Costituzione, che viene descritta come passo decisivo per la semplificazione dell'attività legislativa e per il risparmio sui costi della politica: il risparmio è tutto da dimostrare e la semplificazione non ci sarà. Avremo invece la moltiplicazione dei procedimenti legislativi e la proliferazione di conflitti di competenza tra Camera e nuovo Senato, tra Stato e Regioni. Il risultato è prevedibile: sono ridotte le autonomie locali e regionali, l'iniziativa legislativa passa decisamente dal Parlamento al governo, in contraddizione con il carattere parlamentare della nostra Repubblica, e per di più il governo non sarà più l'espressione di una maggioranza del paese.
Già l’attuale parlamento è stato eletto con una legge elettorale definita Porcellum. Ancora di più in futuro: con la nuova legge elettorale (c.d. Italicum) - risultato di forzature parlamentari e di voti di fiducia - una minoranza, grazie ad un abnorme premio di maggioranza e al ballottaggio, si impadronirà alla Camera di 340 seggi su 630
Ridotto a un'ombra il Senato, il Presidente del consiglio avrà il dominio incontrastato sui deputati in pratica da lui stesso nominati. Gli organi di garanzia (Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale, Csm) ne usciranno ridimensionati, o peggio subalterni. Se questa revisione costituzionale sarà definitivamente approvata la Repubblica democratica nata dalla Resistenza ne risulterà stravolta in profondità. E’ gravissimo che un Parlamento eletto con una legge giudicata incostituzionale dalla Corte abbia sconvolto il patto costituzionale che sorregge la vita politica e sociale del nostro paese.
Nel deserto della comunicazione pubblica e con la Rai sempre più nelle mani del governo, chiediamo a tutte le persone di cultura e di scienza di esprimersi in un vasto dibattito pubblico, anzitutto per informare e poi per invitare i cittadini a partecipare in tutte le forme possibili per ottenere i referendum, firmando la richiesta, e per bocciare con il voto nei referendum queste pessime leggi. Sentiamo forte e irrinunciabile il compito di costruire e diffondere conoscenza per giungere al voto con una piena consapevolezza popolare, prima nel referendum sulla Costituzione e poi nei referendum abrogativi sulla legge elettorale. Per ottenere questi referendum sulla Costituzione e sulla legge elettorale occorrono almeno 500.000 firme, per questo dal prossimo aprile vi invitiamo a sostenere pienamente questo impegno.
Facciamo appello a tutte le persone di buona volontà affinché diano il loro contributo creativo a questo essenziale dovere civico.
Nicola Acocella, Marco Albeltaro, Vittorio Angiolini, Alberto Asor Rosa, Gaetano Azzariti, Michele Bacci, Andrea Bajani, Laura Barile, Carlo Bertelli, Francesco Bilancia, Franco Bile, Sofia Boesch, Ginevra Bompiani, Sandra Bonsanti, Mario Bova, Giuseppe Bozzi, Alberto Bradanini, Alberto Burgio, Maria Agostina Cabiddu, Giuseppe Campione, Luciano Canfora, Paolo Caretti, Lorenza Carlassare, Loris Caruso, Riccardo Chieppa, Luigi Ciotti, Pasquale Colella, Daria Colombo, Michele Conforti, Fernanda Contri, Girolamo Cotroneo, Nicola D’Angelo, Claudio De Fiores, Claudio Della Valle, Ida Dominijanni, Angelo D’Orsi, Roberto Einaudi, Vittorio Emiliani, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Vincenzo Ferrari, Maria Luisa Forenza, Patrizia Fregonese, Mino Gabriele, Alberto Gajano, Giuseppe Rocco Gembillo, Roberto Giannarelli, Paul Ginsborg, Antonio Giuliano, Fabio Grossi, Riccardo Guastini, Monica Guerritore, Elvira Guida, Leo Gullotta, Alexander Hobel, Elena Lattanzi, Paolo Leon, Antonio Lettieri, Rosetta Loy, Paolo Maddalena, Valerio Magrelli, Luciano Manisco, Fiorella Mannoia, Maria Mantello, Ivano Marescotti, Annibale Marini, Anna Marson, Federico Martino, Enzo Marzo, Citto Maselli, Stefano Merlini, Gian Giacomo Migone, Giuliano Montaldo, Tomaso Montanari, Paolo Napolitano, Giorgio Nebbia, Guido Neppi Modona, Diego Novelli, Piergiorgio Odifreddi, Massimo Oldoni, Moni Ovadia, Alessandro Pace, Valentino Pace, Antonio Padellaro, Giovanni Palombarini, Giorgio Parisi, Gianfranco Pasquino, Valerio Pocar, Daniela Poggi, Michele Prospero, Alfonso Quaranta, Antonella Ranaldi, Norma Rangeri, Ermanno Rea, Giuseppe Ugo Rescigno, Marco Revelli, Stefano Rodotà, Umberto Romagnoli, Gennaro Sasso, Vincenzo Scalisi, Giacomo Scarpelli, Silvia Scola, Giuseppe Sergi, Tullio Seppilli, Toni Servillo, Salvatore Settis, Armando Spataro, Barbara Spinelli, Corrado Stajano, Mario Tiberi, Alessandro Torre, Aldo Tortorella, Nicola Tranfaglia, Marco Travaglio, Nadia Urbinati, Gianni Vattimo, Daniele Vicari, Massimo Villone, Maurizio Viroli, Mauro Volpi, Roberto Zaccaria, Gustavo Zagrebelsky, Alex Zanotelli.

mercoledì 9 marzo 2016

lettera ai comitati locali




A tutti i Comitati locali

Vi inviamo il

MANUALE OPERATIVO PER LA RACCOLTA FIRME
NELLA CAMPAGNA REFERENDARIA, 



e cogliamo l’occasione per riepilogare alcune esigenze organizzative.

In primo luogo riconfermiamo la scelta, in quei territori ove insistono più di un Comitato, di giungere ad una riunificazione o, se necessario, almeno ad una suddivisione di compiti per ambiti dello
stesso territorio. Il Comitato nazionale, con apposita lettera dei Presidenti, delegherà la rappresentanza dei Comitati nazionali, contro l’Italicum e contro le modifiche alla Costituzione, ai Referenti dei Comitati locali (anche più di uno nel caso di territori vasti).

Dal nazionale: Manuale operativo

MANUALE OPERATIVO
PER LA RACCOLTA FIRME NELLA CAMPAGNA
REFERENDARIA

Le istruzioni che seguono fanno riferimento ad ogni singola richiesta di referendum.

Occorre organizzarsi in modo tale da gestire ogni singola richiesta di referendum
in modo separato dalle altre perché, anche se sui banchetti di raccolta saranno presenti
tutti i diversi moduli, non è detto che il sottoscrittore voglia firmarle tutte e quindi i
conteggi dei moduli distribuiti, delle firme raccolte, delle certificazioni elettorali
andranno tenuti separatamente.

1. Termine di inizio e di fine raccolta
L’obiettivo di 500.000 (per maggiore sicurezza ne servirebbero 600.000) firme da
depositare in Cassazione per ciascun quesito referendario deve necessariamente
essere raggiunto nell’arco temporale di tre mesi, contando a partire dalla data del
primo modulo vidimato. Per questo è importante partire con la vidimazione in tutta
Italia nello stesso giorno. Il giorno stabilito per la prima vidimazione è
tassativamente il giorno 4/04/2016.