mercoledì 24 ottobre 2018
venerdì 5 ottobre 2018
Razzismo ieri. E oggi? 9 ottobre al Circolo della Stampa
Il tratto fondamentale dei fascismi è l’ESCLUSIONE. I fascisti escludono da ogni diritto chi non ha la loro stessa lingua, etnia, colore della pelle ed altri tratti somatici che chiamano "razza"; e chi si oppone all’esclusione.
Novant'anni fa, per la riforma Gentile, chiudevano le ultime classi delle 541 scuole slovene e croate (circa 80.000 studenti) presenti nella Venezia Giulia nel 1918.
Ottant'anni fa Mussolini annunciava in Piazza Unità i "provvedimenti per la difesa della razza". Uno di essi era già stato firmato dal re due settimane prima, ed "eliminava completamente dalla scuola fascista insegnanti ed alunni ebrei".
E oggi?
Oggi commemorare quei momenti bui è difficile, perché, dicono, "può accendere rancori, da una parte o dall'altra". Dalla parte dei perseguitati? O di chi si sente erede dei persecutori?
Oggi a una nave della nostra Guardia Costiera, la Diciotti, viene imposto di infliggere ulteriori sofferenze a dei naufraghi, ed esseri umani che chiedono aiuto vengono ingiuriati e derisi chiamandoli "naufraghi palestrati" e "profughi vacanzieri".
"Ho visto le parole d'odio trasformarsi in dittatura. E poi in sterminio." (Senatrice a vita Liliana Segre).
A Macerata, Vibo Valentia, Caserta, Napoli, Firenze, Forlì, Latina, cittadini ed ospiti di colore vengono fatti segno di colpi di pistola, alcuni dei quali mortali.
Movimenti neofascisti e neorazzisti alzano la testa, e organizzano convegni, manifestazioni di piazza, ronde e aggressioni, confidando nell'immunità.
Il Governo predispone un decreto anticostituzionale che criminalizza gli immigrati, nega le funzioni di accoglienza dei Comuni e trasforma tutto in "ordine pubblico"; anticostituzionale perché per loro prevede provvedimenti punitivi dopo un solo grado di giudizio, e fra le "punizioni" prevede la revoca della cittadinanza.
"Se noi fossimo quel pubblico che 80 anni fa ha assistito in piazza Unità al discorso da brividi di Mussolini, come reagiremmo? Con entusiasmo e applausi, come allora, o con orrore?" Noemi Di Segni, presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Riflettiamoci, perché la risposta non è scontata.
"Razzismo in cattedra": finalmente la mostra si può visitare.
Alla fine, questa mostra è stata allestita.
In ritardo rispetto all’ottantesimo anniversario dell’annuncio delle leggi razziali, in una sede dignitosa, non periferica come la Risiera, ma nemmeno centralissima come quella inizialmente prevista, palazzo Costanzi.
(Al museo Sartorio
di Largo papa Giovanni,
dal 5 al 14 ottobre 2018,
con orario:
da martedì a sabato 10-13 e 16-19,
domenica orario continuato 10-19).
Ma perché la sua locandina è stata criticata in modo da impedirne, di fatto, l’apertura nella sede e data prevista?
Quale “proposta alternativa” sarebbe stata ritenuta dall’assessore Rossi adeguata alla sua “prudenza”?
Da quale “parte” della città il sindaco Di Piazza temeva che il manifesto potesse “accendere rancori”?
«Se noi fossimo quel pubblico che 80 anni fa ha assistito in piazza Unità al discorso da brividi di Mussolini, come reagiremmo? Con entusiasmo e applausi, come allora, o con orrore? Questa è la domanda che il Comune, valutando quella locandina della mostra, doveva porsi.»
Noemi Di Segni, presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
In ritardo rispetto all’ottantesimo anniversario dell’annuncio delle leggi razziali, in una sede dignitosa, non periferica come la Risiera, ma nemmeno centralissima come quella inizialmente prevista, palazzo Costanzi.
(Al museo Sartorio
di Largo papa Giovanni,
dal 5 al 14 ottobre 2018,
con orario:
da martedì a sabato 10-13 e 16-19,
domenica orario continuato 10-19).
Ma perché la sua locandina è stata criticata in modo da impedirne, di fatto, l’apertura nella sede e data prevista?
Quale “proposta alternativa” sarebbe stata ritenuta dall’assessore Rossi adeguata alla sua “prudenza”?
Da quale “parte” della città il sindaco Di Piazza temeva che il manifesto potesse “accendere rancori”?
«Se noi fossimo quel pubblico che 80 anni fa ha assistito in piazza Unità al discorso da brividi di Mussolini, come reagiremmo? Con entusiasmo e applausi, come allora, o con orrore? Questa è la domanda che il Comune, valutando quella locandina della mostra, doveva porsi.»
Noemi Di Segni, presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
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