mercoledì 24 ottobre 2018
venerdì 5 ottobre 2018
Razzismo ieri. E oggi? 9 ottobre al Circolo della Stampa
Il tratto fondamentale dei fascismi è l’ESCLUSIONE. I fascisti escludono da ogni diritto chi non ha la loro stessa lingua, etnia, colore della pelle ed altri tratti somatici che chiamano "razza"; e chi si oppone all’esclusione.
Novant'anni fa, per la riforma Gentile, chiudevano le ultime classi delle 541 scuole slovene e croate (circa 80.000 studenti) presenti nella Venezia Giulia nel 1918.
Ottant'anni fa Mussolini annunciava in Piazza Unità i "provvedimenti per la difesa della razza". Uno di essi era già stato firmato dal re due settimane prima, ed "eliminava completamente dalla scuola fascista insegnanti ed alunni ebrei".
E oggi?
Oggi commemorare quei momenti bui è difficile, perché, dicono, "può accendere rancori, da una parte o dall'altra". Dalla parte dei perseguitati? O di chi si sente erede dei persecutori?
Oggi a una nave della nostra Guardia Costiera, la Diciotti, viene imposto di infliggere ulteriori sofferenze a dei naufraghi, ed esseri umani che chiedono aiuto vengono ingiuriati e derisi chiamandoli "naufraghi palestrati" e "profughi vacanzieri".
"Ho visto le parole d'odio trasformarsi in dittatura. E poi in sterminio." (Senatrice a vita Liliana Segre).
A Macerata, Vibo Valentia, Caserta, Napoli, Firenze, Forlì, Latina, cittadini ed ospiti di colore vengono fatti segno di colpi di pistola, alcuni dei quali mortali.
Movimenti neofascisti e neorazzisti alzano la testa, e organizzano convegni, manifestazioni di piazza, ronde e aggressioni, confidando nell'immunità.
Il Governo predispone un decreto anticostituzionale che criminalizza gli immigrati, nega le funzioni di accoglienza dei Comuni e trasforma tutto in "ordine pubblico"; anticostituzionale perché per loro prevede provvedimenti punitivi dopo un solo grado di giudizio, e fra le "punizioni" prevede la revoca della cittadinanza.
"Se noi fossimo quel pubblico che 80 anni fa ha assistito in piazza Unità al discorso da brividi di Mussolini, come reagiremmo? Con entusiasmo e applausi, come allora, o con orrore?" Noemi Di Segni, presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Riflettiamoci, perché la risposta non è scontata.
"Razzismo in cattedra": finalmente la mostra si può visitare.
Alla fine, questa mostra è stata allestita.
In ritardo rispetto all’ottantesimo anniversario dell’annuncio delle leggi razziali, in una sede dignitosa, non periferica come la Risiera, ma nemmeno centralissima come quella inizialmente prevista, palazzo Costanzi.
(Al museo Sartorio
di Largo papa Giovanni,
dal 5 al 14 ottobre 2018,
con orario:
da martedì a sabato 10-13 e 16-19,
domenica orario continuato 10-19).
Ma perché la sua locandina è stata criticata in modo da impedirne, di fatto, l’apertura nella sede e data prevista?
Quale “proposta alternativa” sarebbe stata ritenuta dall’assessore Rossi adeguata alla sua “prudenza”?
Da quale “parte” della città il sindaco Di Piazza temeva che il manifesto potesse “accendere rancori”?
«Se noi fossimo quel pubblico che 80 anni fa ha assistito in piazza Unità al discorso da brividi di Mussolini, come reagiremmo? Con entusiasmo e applausi, come allora, o con orrore? Questa è la domanda che il Comune, valutando quella locandina della mostra, doveva porsi.»
Noemi Di Segni, presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
In ritardo rispetto all’ottantesimo anniversario dell’annuncio delle leggi razziali, in una sede dignitosa, non periferica come la Risiera, ma nemmeno centralissima come quella inizialmente prevista, palazzo Costanzi.
(Al museo Sartorio
di Largo papa Giovanni,
dal 5 al 14 ottobre 2018,
con orario:
da martedì a sabato 10-13 e 16-19,
domenica orario continuato 10-19).
Ma perché la sua locandina è stata criticata in modo da impedirne, di fatto, l’apertura nella sede e data prevista?
Quale “proposta alternativa” sarebbe stata ritenuta dall’assessore Rossi adeguata alla sua “prudenza”?
Da quale “parte” della città il sindaco Di Piazza temeva che il manifesto potesse “accendere rancori”?
«Se noi fossimo quel pubblico che 80 anni fa ha assistito in piazza Unità al discorso da brividi di Mussolini, come reagiremmo? Con entusiasmo e applausi, come allora, o con orrore? Questa è la domanda che il Comune, valutando quella locandina della mostra, doveva porsi.»
Noemi Di Segni, presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
giovedì 27 settembre 2018
un primo severo giudizio sul decreto immigrazione e sicurezza
COMUNICATO STAMPA
Dalla presidenza del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale,
un primo severo giudizio sul decreto immigrazione e sicurezza
(in calce alla presente)
Si trasformano persone che chiedono aiuto in criminali clandestini, a prescindere.
Si indeboliscono le funzioni di accoglienza dei Comuni. Tutto viene trasformato in ordine pubblico.
Fuori dalla Costituzione, fuori dalle norme europee.
Una attività legislativa sempre più simile a propaganda elettorale, in una campagna elettorale che sembra non finire mai.
Sarà così fino alle elezioni europee del maggio 2019?
Un auspicio:
- Una attenzione critica e severa da parte del Presidente Mattarella.
- Una reazione dell’ANCI, attraverso la quale i sindaci facciano sentire la loro voce.
- Una nostra – del popolo della Costituzione – non rassegnata e critica attenzione e protesta.
Trieste, 26 settembre 2018
Il comunicato del Coordinamento nazionale:
Un decreto incostituzionale, inutile e dannoso
Il provvedimento su immigrazione e sicurezza deliberato dal Consiglio dei Ministri il 24 settembre è incostituzionale, inutile e dannoso; la sua emanazione come decreto legge può provocare guasti a cui sarà difficile porre riparo.
Innanzitutto non sussiste il presupposto dei casi di straordinaria necessità ed urgenza che soli possono legittimare il Governo ad adottare provvedimenti provvisori con forza di legge, come si evince dalla stessa eterogeneità del provvedimento con norme ispirate dalle esigenze più disparate.
La nuova disciplina dell’immigrazione e della cittadinanza presenta aspetti allarmanti di incostituzionalità.
L’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari è mirata specificamente a sgonfiare il volume dei permessi di soggiorno, creando una serie di drammi personali e aprendo la strada ad un’esplosione del contenzioso. Poiché nella stragrande maggioranza dei casi non è possibile procedere al rimpatrio, l’unico effetto reale sarà l’allargamento dell’area della clandestinità: ciò comporterà l’incremento di una popolazione di persone senza diritti, impossibilitate a lavorare e costrette al lavoro schiavile, facile preda della criminalità. Inutile dire che tale situazione inciderà sulla sicurezza degli italiani e renderà più spietato il mercato del lavoro e la competizione fra i lavoratori italiani poveri e la manodopera dei senza diritti stranieri.
Il raddoppio della durata massima del trattenimento dello straniero in attesa di rimpatrio, nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), prolungata fino a sei mesi, anche se consentito dalla Direttiva europea sui rimpatri 2008/115/CE, presenta marcati aspetti di irragionevolezza perché si risolve in una pena senza delitto data l’impossibilità di procedere al rimpatrio nella stragrande maggioranza dei casi. Tale misura comporterà il raddoppio della popolazione di stranieri in detenzione amministrativa con incremento esponenziale dei costi che gravano sui contribuenti. In questo contesto è inaccettabile la possibilità di trattenere le persone da rimpatriare in strutture idonee e nella disponibilità dell’autorità di pubblica sicurezza. In questo modo viene creato un circuito carcerario (le prigioni del Ministero dell’Interno) al di fuori dell’ordinamento nel quale non sarà possibile monitorare il rispetto dei diritti umani fondamentali.
Parimenti incostituzionale è la norma che prevede la sospensione della procedura d’asilo ed il rimpatrio del richiedente asilo che abbia subito una condanna in primo grado perché palesemente contraria alla presunzione di non colpevolezza (art. 27 Cost.) ed al principio che la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento (art. 24 Cost.).
Il sostanziale smantellamento del sistema di protezione su base comunale (SPRAR) dei rifugiati e richiedenti asilo inciderà in modo pesantemente negativo sulla possibilità di inclusione degli immigrati nel tessuto sociale, rendendo più problematica la convivenza.
Problematiche e di scarsa utilità, oltre ad essere prive di ogni requisito d’urgenza sono le norme in materia di sicurezza. La sperimentazione delle c.d. armi ad impulsi elettrici da parte delle polizie municipali, crea una situazione pericolosa per la pubblica incolumità, trattandosi di dispositivi che possono avere effetti letali. Raddoppiare le pene previste dal codice Rocco per le occupazioni abusive è scelta palesemente irragionevole in quanto l’emergenza non è rappresentata dalle occupazioni di edifici abbandonati da parte dei senza casa, ma dall’esistenza di fasce di popolazione prive del diritto all’abitazione, così come non c’è nessuna necessità di mettere in vendita i patrimoni sequestrati alle mafie, aprendo alla possibilità che la criminalità organizzata riprenda possesso dei beni che le sono stati sottratti.
Roma, 25 settembre 2018
Massimo Villone, Alfiero Grandi, Silvia Manderino, Mauro Beschi, Domenico Gallo
sabato 12 maggio 2018
I testi completi delle leggi per cui raccogliamo le firme
Legge di iniziativa popolare Per la scuola della Costituzione
NORME GENERALI SUL SISTEMA EDUCATIVO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
NELLA SCUOLA DI BASE E NELLA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO.
http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/wp-content/uploads/2018/02/lip-con-revisione-articolo-36.pdf
Legge elettorale di iniziativa popolare
“Modifiche alla legge elettorale (165/2017) per consentire agli elettori di
scegliere direttamente i deputati e i senatori da eleggere in proporzione ai
voti ottenuti; previsione del voto disgiunto e doppia preferenza donna e uomo; garanzie di correttezza, trasparenza, democraticità nella selezione delle candidature in attuazione dell'art 49 della Costituzione”.
http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/wp-content/uploads/2018/02/Proposta-legge-elettorale-iniziativa-popolare-Camera-Senato-garanzie.pdf
Proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare
Modifiche agli articoli 81, 97, 117 e 119 della Costituzione, concernenti l’equilibrio di bilancio (il principio del “pareggio di bilancio”), al fine di salvaguardare i dirittifondamentali della persona
venerdì 27 aprile 2018
Si raccolgono firme anche di notte
Alla luce delle pile e dei telefonini
La firma del segretario generale della CGIL di Trieste, Piga
La firma di una giovane elettrice
sabato 14 aprile 2018
Bombardamenti in Siria: prese di posizione
"L'attacco alla Siria viola la legalità internazionale. Il Governo italiano lo condanni"
Dichiarazione della Presidente nazionale ANPI, Carla Nespolo
Chiediamo al Governo italiano di condannare l'attacco di stanotte di Stati Uniti, Inghilterra e Francia ai siti siriani. Si tratta di una ennesima e deliberata violazione della legalità internazionale. Per di più allarmano le minacce di ulteriori azioni militari. L'attacco di stanotte viola la sovranità di uno Stato, allontana la soluzione della guerra civile siriana, aumenta i pericoli per la pace nel mondo, destabilizza i rapporti internazionali, delegittima l'ONU, incoraggia il terrorismo e divide l'UE. È ora che in Italia e in Europa torni a farsi sentire un grande movimento popolare per la pace.
Carla Nespolo - Presidente nazionale ANPI
14 aprile 2018
Crisi
siriana: l’Italia sia coerente con i suoi principi costituzionali
L’attacco missilistico compiuto congiuntamente da Stati Uniti, Francia e Inghilterra nelle prime ore del 14 aprile costituisce un grave vulnus alla legalità internazionale, poiché è avvenuto in aperta contraddizione con il divieto dell’uso della forza nelle relazioni internazionali stabilito dall’art. 2, comma 4, della Carta delle Nazioni Unite.
L’uso della forza, non autorizzato dal Consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite, ai sensi del Cap. VII della Carta, costituisce un atto di aggressione che non può essere legittimato dalle giustificazioni fornite all’opinione pubblica dai Paesi attaccanti. Infatti, se siano state usate armi chimiche lo può dire solo un’inchiesta sul terreno degli ispettori dell’OPAC (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche), a cui la Siria non si oppone. Ed è stata proprio l’OPAC (non certo i bombardamenti) che ha smantellato l’arsenale chimico di Assad, nell’ottobre del 2013, mettendo sotto sigilli oltre mille tonnellate di agenti chimici ed armi chimiche.
In ogni caso, anche se venisse provato l’uso di armi chimiche, che indubbiamente integra un crimine di guerra, solo il Consiglio di Sicurezza dell’ONU potrebbe autorizzare sanzioni comportanti l’uso della forza.
Come nell’ordinamento interno nessuno può farsi giustizia da sé, così nell’ordinamento internazionale gli Stati non possono risolvere le loro controversi a suon di bombe.
Il nostro Paese con la Costituzione, in accordo con la Carta dell’ONU, ha detto no per sempre alla legge della giungla nelle relazioni internazionali. In questo momento, in cui un conflitto disastroso viene ulteriormente alimentato con il rischio di provocare ulteriori deflagrazioni, l’Italia faccia sentire alta la sua voce di civiltà ed in obbedienza ai suoi principi costituzionali, rifiuti di fornire basi ed appoggio logistico per gli attacchi contro la Siria, invitando gli “alleati” a cooperare con le istituzioni internazionali per pervenire finalmente ad una soluzione pacifica del conflitto.
Roma, 14 aprile 2018
Massimo Villone, Alfiero Grandi, Domenico Gallo, Alfonso Gianni
giovedì 29 marzo 2018
Inizia la raccolta firme per TRE leggi d'iniziativa popolare
La
rete nazionale dei Comitati a difesa della Costituzione è impegnata
nella raccolta delle firme per tre leggi di iniziativa popolare:
LA
SCUOLA DELLA COSTITUZIONE
Una
Legge di Iniziativa Popolare che ha come riferimento potente e
portante la nostra Carta Costituzionale (articoli 3, 9, 33 e 34): la
scuola deve essere plurale, laica, inclusiva, finalizzata alla
valorizzazione della persona ed alla rimozione degli ostacoli
economici, sociali, culturali e di genere che limitano libertà e
uguaglianza.
UNA
LEGGE
ELETTORALE COSTITUZIONALE
Per
garantire la rappresentatività delle Camere, perché il nostro voto
sia realmente personale, eguale, libero e segreto, come dettato
dall’articolo 48 della Costituzione e ribadito nelle sentenze che
hanno dichiarato incostituzionali “porcellum” e “italikum”.
MODIFICHE
AGLI
ART.
81, 97, 117, 119 DELLA
COSTITUZIONE
Per
cancellare il principio del pareggio di bilancio e vincolare le
politiche di bilancio dello Stato alla salvaguardia dei diritti
fondamentali delle persone stabiliti nella prima parte della
nostra Costituzione.
Il
Comitato a difesa della Costituzione di Trieste organizzerà la
raccolta firme per le tre
leggi di iniziativa popolare
a Trieste
in primavera ed
estate
2018,
e
presenterà l’iniziativa
Al
Circolo della Stampa
Corso
Italia 13 - Trieste
Giovedì
5 aprile alle ore 17.30
Relatori
:
CARLO
SALMASO
(LIP
– Scuola)
FELICE
BESOSTRI
(Avvocato
antiItaliKum)
sabato 3 marzo 2018
Nella cartella della conferenza stampa del 1 marzo 2018
Relazione
sulle risposte
ricevute da Candidate e Candidati al Parlamento
Il
Comitato a difesa della Costituzione di Trieste, insieme a più di
500 altri Comitati locali confratelli, negli ultimi due anni ha
partecipato alla campagna per il NO, che il 4 dicembre 2016 ha
riportato alle urne 4.230.000 elettori che non avevano votato alle
Europee del 2014; e sostenuto l’azione dei giuristi che, con i loro
ricorsi, hanno fatto sì che la Corte Costituzionale si pronunciasse
su “porcellum” e “italicum”, con sentenze di illegittimità.
In
occasione delle prossime elezioni politiche del 4 marzo, abbiamo
individuato sette aree (non certo le sole) in cui la nostra
Costituzione è stata attuata solo parzialmente, se non per nulla,
dalla legislazione ordinaria; e chiesto alle Candidate e ai Candidati
al Parlamento quali sono le loro intenzioni in merito alla sua
attuazione, con la lettera allegata.
Sono
state interpellate tutte le forze politiche di ispirazione non
dichiaratamente fascista che hanno presentato candidature nei collegi
di Trieste (ad eccezione del Partito del Valore Umano, con cui non è
stato possibile stabilire un contatto né via mail né su Facebook).
-
o -
Ci
hanno risposto (in ordine alfabetico):
-
Liberi e Uguali (due risposte, dai candidati Fabio Omero e Serena Pellegrino)
-
Movimento 5 stelle (risposta a nome di tutti i candidati)
-
Per una Sinistra rivoluzionaria (da Davide Fiorini)
-
Potere al popolo (risposta a nome di tutti i candidati)
Ci
ha risposto inoltre Marco Villa, candidato nel Lazio della Lista del
Popolo per la Costituzione (Ingroia). La Lista del popolo non si è
presentata a Trieste, ma le domande gli erano pervenute tramite la
rete nazionale dei Comitati.
Per
quanto riguarda le risposte ricevute, che alleghiamo integralmente, osserviamo che tutte le forze politiche che hanno
risposto concordano con noi sul fatto che nelle aree segnalate la
Costituzione non è pienamente attuata, e propongono azioni concrete
per porvi rimedio.
Le
proposte avanzate sono ovviamente diverse, ma in buona parte
sovrapponibili e largamente compatibili, con poche eccezioni:
l'atteggiamento verso la NATO (da cui qualcuno vorrebbe uscire, altri
riportare ad un'alleanza puramente difensiva che non si sostituisca
all'ONU nell'intraprendere "missioni di pace" che si
rivelano poi atti di guerra) e la posizione di Sinistra
Rivoluzionaria sull'elezione del Parlamento (che vorrebbe sostituire
con un sistema di democrazia diretta con una radicale riforma della
Costituzione). Potrebbero facilmente trovare punti di convergenza in
Parlamento.
-
o -
NON
HANNO INVECE RISPOSTO (in ordine alfabetico):
-
Civica Popolare (in coalizione con PD)
-
+EUROPA (in coalizione con PD)
-
Forza Italia
-
Fratelli d'Italia (in coalizione con FI)
-
Front Furlan
-
Insieme (in coalizione con PD)
-
Lega Nord (in coalizione con FI)
-
Lista dieci volte meglio
-
Noi con l'Italia (in coalizione con FI)
-
Partito Democratico
-
Patto per l'autonomia
-
Popolo della famiglia
-
Rinascimento - Sgarbi
-
rispettopertuttiglianimali
-
"Siamo"
Tralasciando
le liste minori che possono avere problemi organizzativi o essere
poco interessati al target che noi rappresentiamo, colpisce che,
delle due coalizioni che troveremo sulle schede elettorali, nessuna
forza politica abbia ritenuto di prendere in considerazione domande
proveniente dalla rete nazionale di Comitati a difesa della
Costituzione che sono stati protagonisti nella campagna per il NO al
referendum del 4 dicembre 2016.
Questo
evidenzia anche la strumentalità della posizione per il NO del
centro-destra al referendum sulle riforme costituzionali
Renzi-Boschi: centro-destra che approvato, nel 2006, un analogo
tentativo di stravolgimento della Costituzione poi bocciato dagli
elettori, e che ha approvato nel 2005 la prima delle leggi elettorali
incostituzionali, il c.d. "Porcellum".
Sembrerebbe
che le forze politiche che hanno governato il Paese negli ultimi 17
anni abbandonino la difesa della Costituzione alla sinistra a
sinistra del PD e al movimento 5 stelle, con la riserva mentale di
continuare a lasciarla inattuata o anche di riprovarci, a
stravolgerla in senso autoritario, non appena ve ne saranno le
condizioni.
Questo
dovrebbe risultare inaccettabile anche a quelle elettrici ed elettori
- e ve ne sono - orientate a votare per una delle due coalizioni, ma
che considerano la nostra Costituzione un'eredità e un valore da
custodire.
Non
stupisce, inoltre, che la proposta fiscale del centro-destra preveda
una flat tax - l'esatto contrario della progressività richiesta
dall'art. 53.
-
o -
Al
Comitato a difesa della Costituzione di Trieste e gli altri Comitati
locali che si riconoscono nazionalmente nel Coordinamento Democrazia
Costituzionale aderiscono persone e organizzazioni con diversi
orientamenti: di sinistra, liberali, repubblicani, socialisti,
cattolici, radicali... ed anche esponenti del PD in dissenso con la
sua linea.
Per
rispetto alle diverse posizioni politiche dei loro aderenti, non
possono dare indicazioni di voto, : ma, per difendere i principi
della nostra Costituzione antifascista, possiamo dare indicazioni di
NON voto:
-
NON votare liste che non si basino su una chiara, netta e non ambigua posizione antifascista;
-
NON votare le forze politiche che hanno tentato gli stravolgimenti costituzionali (governo Berlusconi nel 2006, governo Renzi nel 2016) rifiutati dagli elettori nei successivi referendum; le stesse forze politiche che hanno approvato tre leggi elettorali incostituzionali di fila: "porcellum", "italikum" e la legge con cui voteremo, e che hanno dimostrato con le loro NON-risposte di non condividere le nostre preoccupazione sui dettati della Costituzione ancora disattesi, né di voler far nulla per finalmente APPLICARLA.
Trieste, 1° marzo 2018
Comitato per la Difesa della Costituzione
c/o ANPI, largo Barriera Vecchia 15 – Trieste
indirizzo e-mail: comunicatidifesacostituzionets@gmail.com
mercoledì 28 febbraio 2018
Appello al voto del Coordinamento nazionale per la Democrazia Costituzionale
Roma, 27 febbraio 2018
Con il voto del 4 marzo finisce una legislatura da archiviare come una delle peggiori della storia della Repubblica. Ci si sorprende della transumanza di parlamentari da una parte all'altra, ma se i parlamentari venissero scelti dai cittadini e non nominati dai capi partito questo fenomeno non ci sarebbe.
Dall'entrata in vigore del Porcellum si sono susseguite tre legislature, una peggio dell'altra. Purtroppo anche quella che sta per iniziare avrà parlamentari eletti con una pessima legge elettorale, approvata a scatola chiusa con ben 8 voti di fiducia, che ha imposto di nuovo l'elezione dei parlamentari sulla base della fedeltà ai capi impedendo ai cittadini di sceglierli.
Eppure il tentativo di manomettere la Costituzione, con metodi e contenuti stravolgenti della Costituzione del 1947, si è infranto sul voto dei cittadini che il 4 dicembre 2016 al 60 % hanno detto No. Il governo pensava di ottenere un plebiscito e invece ha perso clamorosamente.
Ritorna, tuttavia, in molti programmi elettorali la volontà di non tenere in considerazione la volontà popolare espressa con il voto del 4 dicembre. Per questo, pur comprendendo la sfiducia ed il disagio di fronte alla crisi di una politica e di una classe dirigente, non è tempo di stare alla finestra: il colpo di mano realizzato nel 2012 con la riforma dell’art. 81 potrebbe ripetersi se non ci sarà in Parlamento il massimo numero possibile di parlamentari fedeli alla Costituzione. L'astensione può solo agevolare i responsabili del tentativo di manomettere la Costituzione e dell'approvazione di questa legge elettorale.
Il Coordinamento invita gli elettori e le elettrici a non votare i partiti e i parlamentari che hanno tentato di manomettere la Costituzione e approvato questa legge elettorale.
Chi ha voluto questa legge elettorale si è reso responsabile di una grave ferita democratica, mentre oggi è prioritario superare l'abisso di sfiducia tra rappresentanti e rappresentati, che rischia di diventare una vera e propria delegittimazione dell'istituto parlamentare, centrale nella nostra Costituzione.
Questi apprendisti stregoni rischiano di far fare un salto all'indietro alla democrazia del nostro paese come delineata nella Costituzione, aprendo la strada a nuove tentazioni revisioniste come, ad esempio, una delle diverse forme di presidenzialismo, di cui la destra parla apertamente.
Dobbiamo utilizzare tutti gli spazi democratici per modificare in profondità questo sistema elettorale: ricorrendo alla Corte costituzionale, promuovendo la proposta di legge elettorale di iniziativa popolare su cui è iniziata la raccolta delle firme e che verrà presentata entro l'estate al Senato, usando lo spazio del nuovo regolamento che obbliga a esaminare entro tre mesi le leggi di iniziativa popolare, infine - se non resteranno alternative - ricorrendo al referendum per abrogare la sostanza di questa legge.
Il Coordinamento per la democrazia costituzionale, erede del Comitato per il No, chiede il sostegno dei cittadini alla campagna forte e serrata già iniziata per raccogliere le firme necessarie a sostegno di tre proposte di iniziativa popolare: nuova legge elettorale proporzionale con parlamentari scelti dai cittadini, modifica dell'art 81 della Costituzione per eliminare l'obbligo del pareggio di bilancio e per la salvaguardia dei diritti fondamentali, una vasta riforma della scuola cambiando radicalmente la legge 107.
Inoltre il coordinamento è impegnato ad affermare i valori della Costituzione, puntando a ribaltare scelte sbagliate come l'ulteriore tentativo di svuotare l'articolo 11 (l'Italia ripudia la guerra) e ribadendo una netta discriminante antifascista che è fondamento della nostra Costituzione e della nostra democrazia nata dalla Resistenza.
giovedì 22 febbraio 2018
Appello a 4.230.000 elettrici ed elettori
nel 2014 non hai neanche
votato. E magari neanche nel 2013.
Ma
il 4 dicembre 2016 hai fatto la strada fino al seggio per dire
un rotondo NO allo stravolgimento della nostra Costituzione.
Grazie.
Siete
in QUATTRO MILIONI e 253.000,
e avete dato un contributo
determinante ad affossare
l’ultimo
tentativo di rendere autoritaria
la nostra Repubblica.
Ma
la maggioranza del Parlamento, eletta grazie ad una legge
incostituzionale, ha continuato ad approvare leggi elettorali che
limitano la sovranità degli elettori via via che la Corte
Costituzionale le cancellava.
Sono
12 anni che votiamo con leggi incostituzionali, studiate per dare al
"vincitore" il controllo totale sia sul Parlamento che sul
Governo. Vogliono azzerare la nostra sovranità per ottenere un
potere senza controllo.
FERMIAMOLI.
Il
4 marzo 2018 andiamo a votare.
E votiamo CONTRO di loro:
NON
VOTIAMO le forze politiche che hanno tentato gli
stravolgimenti costituzionali (governo Berlusconi nel 2006, governo
Renzi nel 2016) rifiutati dagli elettori nei successivi referendum.
Sono le stesse forze politiche
che hanno approvato tre
leggi elettorali incostituzionali
di fila: "porcellum", "italikum" e la legge con
cui voteremo.
Sulla
scheda elettorale ne troveremo anche altre. Preferiamo quelle che
hanno inserito, nel programma, rispetto e attuazione della
Costituzione.
Il
4 marzo 2018 dovremo votare di nuovo con una legge incostituzionale.
Usiamola
perché si diano la zappa sui piedi.
Questo volantino è scaricabile in formato stampabile QUI
domenica 18 febbraio 2018
Lettera aperta alle candidate e ai candidati al Parlamento
Alle Candidate e ai Candidati al Parlamento
nelle elezioni Politiche del 4 marzo 2018
Egregia candidata, egregio candidato,
lo scrivente Comitato a difesa della Costituzione di Trieste, insieme a più di 500 altri Comitati locali confratelli, negli ultimi due anni ha partecipato alla campagna per il NO, che il 4 dicembre 2016 ha riportato alle urne 4.230.000 elettori che non avevano votato alle Europee del 2014; e sostenuto l’azione dei giuristi che, con i loro ricorsi, hanno fatto sì che la Corte Costituzionale si pronunciasse su “porcellum” e “italicum”, con sentenze di illegittimità.
La nostra Costituzione, oltre ai tentativi di stravolgimento del 2006 e del 2016, ed alla violazione di leggi poi dichiarate incostituzionali - ma che prima della pronuncia della Corte sono state applicate con effetti perversi - soffre anche del fatto che molti suoi articoli qualificanti, ad oltre settant’anni dalla sua promulgazione, sono stati attuati solo parzialmente, se non per nulla, dalla legislazione ordinaria.
Chi di Voi verrà eletto al Parlamento avrà la possibilità di proporre e votare provvedimenti che correggano storture e inadempienze. Per questo è importante che i cittadini elettori possano conoscere gli impegni in merito, vostri personali, e delle vostre forze politiche di riferimento.
In calce alla presente ne trovate un elenco sintetico (e certamente non esaustivo), accompagnato da domande cui vi preghiamo di rispondere in tempo ragionevolmente utile (entro il 25 febbraio), in modo che noi si possa darne puntuale pubblica informazione, prima del voto, con una conferenza stampa di cui vi avviseremo.
P.S. Per vostra comodità, alleghiamo anche un documento in cui la situazione attuale sui temi affrontati, ed i motivi per cui va considerata una stortura da correggere, viene analizzata in maggior dettaglio.
Comitato per la Difesa della Costituzione
c/o ANPI, largo Barriera Vecchia 15 – Trieste
indirizzo e-mail: comunicatidifesacostituzionets@gmail.com
sito web: http://comitatodifesacostituzionetrieste.blogspot.it/
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