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domenica 23 giugno 2024

Appello a firmare i Referendum Besostri

REFERENDUM BESOSTRI: mentre è in pieno svolgimento, da venerdì 15 giugno, la raccolta di firme su moduli cartacei, IL COMITATO PROMOTORE HA ATTIVATA LA RACCOLTA FIRME ON LINE. 


È ora possibile firmare i quattro referendum ideati da Felice Besostri con una procedura online, facendosi identificare con il proprio SPID o con la Carta d'Identità Elettronica, CIE.

Cosa serve avere pronto per firmare è spiegato qua:

https://www.iovoglioscegliere.it/prima-di-firmare

La procedura è un po' complessa, perché richiede anche il versamento di una piccola somma. Questo dovuto al fatto che lo Stato, per non favorire la democrazia diretta, non rispetta le sue stesse leggi.

Infatti la legge 30 dicembre 2020, n. 178, prevedeva l’entrata in funzione dal primo gennaio 2022 di una piattaforma pubblica (e gratuita) per raccogliere firme digitali sui referendum. Questo per rientrare nel rispetto degli obblighi internazionali, dopo l’intervento dell’ONU nel caso "Staderini/De Lucia vs Italy", che condannò l'Italia sulla base degli ostacoli irragionevoli alla raccolta delle firme nell’esercizio del diritto dei cittadini al referendum. 

Ma la piattaforma è stata messa online "in test" solo nel novembre 2022 e poco dopo è stata posta "in manutenzione" e lo è ancora oggi, dopo un anno e mezzo!

Siamo stati costretti quindi a ricorrere ad un servizio privato di certificazione firme, al costo di 1,90 euro per accesso. Per superare le necessarie 500.000 firme, avremmo dovuto pagare di tasca nostra oltre un milione di euro! Decisamente fuori della portata di un piccolo gruppo di comuni cittadine e cittadini di varia estrazione sociale, formazione culturale, orientamento politico che rivendica il nostro diritto costituzionale di scegliere col voto i nostri rappresentanti parlamentari.

Questo Stato, e questo Governo più degli altri, sono nemici della democrazia diretta. Superare le difficoltà tecniche per riuscire a contribuire con 2 euro, firmando, ad una raccolta che ne costerà più di un milione, è un modo concreto per dimostrare la propria opposizione a questo concetto proprietario dello Stato.


Diffondete per favore l'appello a firmare nei vostri ambiti, a tutti i vostri contatti, con blog, mailing list e pagine social: non aspettate di trovare nelle vostre città un banchetto che raccolga le firme su moduli cartacei: i banchetti costano molto, in termini di lavoro dei nostri volontari, tempo e difficoltà burocratiche, mentre la propaganda di questo appello via rete può avvantaggiarsi dell'"effetto valanga".

Firmate i quattro referendum antiRosatellum ideati da Felice Besostri sul sito del Comitato:

https://www.iovoglioscegliere.it/

versando i 2 euro richiesti e superando le difficoltà frapposte da uno Stato che continua a "violare il diritto di tutti i cittadini italiani di partecipare alla vita politica e al governo del Paese, senza ostacoli irragionevoli, attraverso i referendum e le leggi di iniziativa popolare". 

Parola del Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, il 29 novembre 2019.



sabato 22 giugno 2024

ORA si possono firmare i "referendum Besostri" ONLINE

REFERENDUM BESOSTRI: mentre è in pieno svolgimento, da venerdì 15 giugno, la raccolta di firme su moduli cartacei, IL COMITATO PROMOTORE HA ATTIVATA LA RACCOLTA FIRME ON LINE.

È ora possibile firmare i quattro referendum ideati da Felice Besostri con una procedura online, facendosi identificare con il proprio SPID o con la Carta d'Identità Elettronica, CIE.

Su questo dobbiamo puntare moltissimo con un battage pubblicitario via rete: mailing list, blog, pagine Facebook, X, Instagram, e altri social. ORA si può: farlo quando la procedura non era ancora attiva sarebbe stato controproducente.

L'appello da far girare è QUI

Il post su Facebook da condividere è QUI

Cosa serve avere pronto per firmare è spiegato qua:

https://www.iovoglioscegliere.it/prima-di-firmare

Click sull'immagine per ingrandirla

La procedura è un po' complessa, perché richiede anche il versamento di una piccola somma. Questo può essere d'ostacolo nella raccolta firme (soprattutto per le difficoltà tecniche di chi non è abituato a fare micropagamenti online), ma deve diventare invece un punto motivante. 

Infatti la legge 30 dicembre 2020, n. 178, prevedeva l’entrata in funzione dal primo gennaio 2022 di una piattaforma pubblica (e gratuita) per raccogliere firme digitali sui referendum. Questo per rientrare nel rispetto degli obblighi internazionali, dopo l’intervento dell’ONU nel caso "Staderini/De Lucia vs Italy", che condannò l'Italia sulla base degli ostacoli irragionevoli alla raccolta delle firme nell’esercizio del diritto dei cittadini al referendum. 

Ma la piattaforma è stata messa online "in test" solo nel novembre 2022 e poco dopo è stata posta "in manutenzione" e lo è ancora oggi, dopo un anno e mezzo!

Siamo stati costretti quindi a ricorrere ad un servizio privato di certificazione firme, al costo di 1,90 euro per accesso. Per superare le necessarie 500.000 firme, avremmo dovuto pagare di tasca nostra oltre un milione di euro! Decisamente fuori della portata di un piccolo gruppo di comuni cittadine e cittadini di varia estrazione sociale, formazione culturale, orientamento politico che rivendica il nostro diritto costituzionale di scegliere col voto i nostri rappresentanti parlamentari.

Questo Stato, e questo Governo più degli altri, sono nemici della democrazia diretta. Superare le difficoltà tecniche per riuscire a contribuire con 2 euro, firmando, ad una raccolta che ne costerà più di un milione, è un modo concreto per dimostrare la propria opposizione a questo concetto proprietario dello Stato.


Diffondete per favore l'appello a firmare nei vostri ambiti, a tutti i vostri contatti, con blog, mailing list e pagine social: non aspettate di trovare nelle vostre città un banchetto che raccolga le firme su moduli cartacei: i banchetti costano molto, in termini di lavoro dei nostri volontari, tempo e difficoltà burocratiche, mentre la propaganda di questo appello via rete può avvantaggiarsi dell'"effetto valanga"

Per l'"effetto valanga" bisogna tener presenti due cose:

1) l'effetto valanga può verificarsi o non verificarsi, dipende dal tasso di condivisione del messaggio, ma in entrambi i casi all'inizio è molto piccolo, quasi invisibile. Non bisogna scoraggiarsi se a breve i ritorni, in termini di firme ottenute, saranno scarsi: potranno aumentare moltissimo in una o due settimane.

2) l'effetto valanga è grandemente favorito dalle condivisioni a lunga distanza; senza di esse, si rischia che il messaggio raggiunga più e più volte sempre lo stesso gruppo di persone. Sulla rete, la distanza non è quella geografica, facilmente superabile, ma la distanza fra interessi. E' necessario raggiungere non solo le persone con cui abbiamo affinità di visione politica, ma anche di altri interessi comuni, sportivi, culinari, artistici eccetera. Per questo, sui social, è importante condividere i post sui propri profili personali, non solo su pagine o gruppi dedicati alla difesa della Costituzione.

 

Firmate i quattro referendum antiRosatellum ideati da Felice Besostri sul sito del Comitato:

https://www.iovoglioscegliere.it/

versando i 2 euro richiesti e superando le difficoltà frapposte da uno Stato che continua a "violare il diritto di tutti i cittadini italiani di partecipare alla vita politica e al governo del Paese, senza ostacoli irragionevoli, attraverso i referendum e le leggi di iniziativa popolare". 

Parola del Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, il 29 novembre 2019.



giovedì 6 giugno 2024

Perché i "referendum Besostri": chiara esposizione di Daniele Dovenna

 


Un anno fa, ritrovandoci qui per il 2 giugno, abbiamo parlato dei tentativi di dare un volto diverso a questa Repubblica, tentativi che hanno preso nuovo vigore con l'avvento del governo Meloni.

Ma che non sono il segno distintivo di questo governo di destra e nemmeno solo dei governi di destra.

 

Oggi questi tentativi, rispetto a un anno orsono, sono progrediti, vedono il traguardo di un' approvazione parlamentare e costituiscono quindi un pericolo ancora più incombente e attuale.

 

Ma esiste il macigno di un'altra, enorme, questione a cui gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra hanno dato, negli ultimi vent'anni e più, una soluzione profondamente sbagliata, quella della rappresentanza politica e parlamentare e quindi delle leggi elettorali.

Leggi elettorali che sono state dichiarate parzialmente incostituzionali dalla Corte Costituzionale, grazie all'opera dell' avvocato Felice Besostri, recentemente scomparso, al quale va il nostro deferente ricordo, che ha curato innumerevoli ricorsi davanti ai tribunali ordinari e poi alla Corte Costituzionale.

Nel 2018 e nel 2022, alle elezioni di Camera e Senato abbiamo votato con la legge denominata Rosatellum. Una legge confezionata dal Partito Democratico e votata in Parlamento e che non ha tenuto conto dei rilievi della Corte Costituzionale, introducendo anzi ulteriori elementi di incostituzionalità, che i comitati creatisi a tutela della rappresentanza parlamentare e popolare, insieme all'avvocato Besostri hanno sollevato.

Con le dichiarazioni presentate ai seggi al momento del voto, con ricorsi fatti alle giunte per le elezioni di Camera e Senato, con ricorsi fatti a diversi Tribunali nel paese, affinchè rimettessero nuovamente davanti alla Corte Costituzionale la questione di costituzionalità su alcune parti del Rosatellum.


I tempi necessari perchè i Tribunali emettano le loro ordinanze sono lunghi e noi rischiamo di andare a votare, ancora una volta, con una legge incostituzionale. Anche qualora il governo Meloni giungesse a scadenza naturale, nel 2027.


Ma con l' ulteriore, incombente, pericolo, che anche qualora non dovesse passare la riforma costituzionale del cosiddetto “premierato”, cioè l'elezione diretta del Presidente del Consiglio, chiunque, e quindi anche questa destra, vinca le elezioni, grazie alla legge elettorale Rosatellum, potrebbe ottenere un premio di maggioranza, rispetto alla percentuale di voti ottenuta, ben oltre il 50% più 1 dei seggi, e giungere persino ai 2/3 dei seggi.

E quindi avere in Parlamento una maggioranza tale da poter imporre qualsiasi riforma costituzionale, qualsiasi Presidente della Repubblica, determinare in misura decisiva la composizione della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura.


Non è rimasto quindi a Besostri e agli altri giuristi e volontari militanti che lo hanno affiancato, che scegliere la via del referendum abrogativo, e quindi una proposta di eliminazione chirurgica degli aspetti più evidentemente incostituzionali del Rosatellum, in modo che risulti una legge, applicabile, ma purificata dei suoi aspetti incostituzionali.

Si è quindi costituito un comitato referendario che ha individuato quattro quesiti referendari sul Rosatellum:

 


  1. abolizione del voto congiunto tra quota proporzionale e uninominale, che fa si che l'elettore non possa votare per un candidato che riscuote la sua fiducia nell'uninominale e votare una lista di diverso orientamento politico nel proporzionale, facendo così venir meno il “voto libero” previsto dall'art. 48 della Costituzione;

  2. eliminazione delle soglie di accesso al Parlamento , 3% dei voti per le liste singole e 10% per le coalizioni, che fanno si che centinaia di migliaia e,potenzialmente, milioni di elettori, non trovino affermata in una rappresentanza parlamentare, la loro volontà politico elettorale, facendo venir meno l'altra previsione dell'art. 48, il “voto eguale”;

  3. eliminazione dell'esenzione dalla raccolta di firme per presentarsi alle elezioni, per i partiti già presenti in Parlamento, vera condizione discriminatoria tra partiti e quindi, indirettamente, tra elettori;

  4. eliminazione della possibilità di candidarsi in più collegi, vera esplicitazione del comando delle segreterie dei partiti, nella definizione delle candidature, in presenza di liste che sono bloccate cioè dell'impossibilità per l'elettore di esprimere preferenze.

 

Alla raccolta di firme per i quesiti abrogativi così descritti, se ne affiancherà una per una legge di iniziativa popolare, che ripristini l'opportunità per l'elettore di esprimere delle preferenze, consentendogli di scegliere i candidati che riscuotono il suo consenso, affermando così, ancora una volta il principio del “voto libero”.