Per “tagliare le poltrone” tagliamo la democrazia?
La ragion d’essere di questo Comitato, “difendere la Costituzione", non significa affatto considerarla intoccabile: della Costituzione fa parte anche l'Art. 138, che detta le norme per la sua revisione.
Significa invece difenderne i suoi principi, fra cui nella II parte la fondamentale forma repubblicana con suddivisione e BILANCIAMENTO dei poteri Legislativo, Esecutivo e Giudiziario.
Significa invece difenderne i suoi principi, fra cui nella II parte la fondamentale forma repubblicana con suddivisione e BILANCIAMENTO dei poteri Legislativo, Esecutivo e Giudiziario.
Questi principi sono sotto attacco da anni: le ultime due riforme bocciate dagli elettori (Berlusconi e Renzi), ma anche le proposte di Repubblica presidenziale, le leggi elettorali incostituzionali (TUTTE, dal Porcellum in poi) e la scellerata richiesta di "pieni poteri" andavano tutte nella direzione di indebolire il Legislativo aumentando i poteri dell'Esecutivo.
"Quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti" [Umberto Terracini, Assemblea costituente, 18 settembre 1946].
Anche l'attuale proposta di riduzione del numero dei parlamentari, che attuerebbe tale e quale quella contenuta nel programma elettorale della Lega alle Politiche del 2018 (mentre era assente in quello dei 5 stelle che ne hanno fatto una bandiera) va nella stessa direzione.
Per questo, per la terza volta in un referendum, diciamo NO.
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